Cronaca locale

«Torna l'antisemitismo Ogni ebreo che va via una ferita per l'Europa»

Tajani alla Giornata della cultura ebraica L'allarme del rabbino: «La storia si ripete»

Alberto Giannoni

«L'antisemitismo ritorna». La Giornata europea della Cultura ebraica è dedicata alle narrazioni («storytelling») e il rabbino capo di Milano Alfonso Arbib non ama le narrazioni di comodo. Nella sinagoga di via della Guastalla, dunque, dice la verità senza infingimenti di circostanza: «Stiamo assistendo al ritorno dell'antisemitismo in Europa. Venti anni fa non ci avremmo ceduto, credevamo di essere vaccinati». Ad ascoltarlo in prima fila Antonio Tajani, ospite d'onore delle celebrazioni della giornata milanese che prevede incontri, mostre e presentazioni di libri. Il presidente dell'Europarlamento è appena intervenuto: «Le nostre radici sono giudaiche e cristiane - ha detto - Ci siamo battuti per impedire che possa succedere che qualche ebreo possa abbandonare l'Europa per paura dell'antisemitismo». «Ogni ebreo che lascia Europa è una perdita - ha detto - è una tessera che si stacca dal mosaico della nostra identità. Più la difendiamo, più possiamo aprirci». Tajani ha ricordato i motivi più rilevanti di questa identità giudaico-cristiana, e il contributo degli ebrei italiani alla causa della patria, a partire dal Risorgimento che li ha visti in prima linea: «Se l'Italia è unita lo si deve anche agli ebrei italiani e sono oltre 700 quelli decorati per aver servito la patria con dedizione». Da presidente dell'Europarlamento, Tajani ha indicato le iniziative assunte dalle istituzioni europee contro l'antisemitismo, ha difeso il diritto all'esistenza e alla sicurezza dello Stato ebraico e ha confermato il suo sì alla storica proposta che vuole Israele nell'Unione europea. Infine ha ammonito: «Non esiste Europa senza identità e questa identità è giudaica e cristiana».

Nel tempio milanese, per la diciannovesima edizione della Giornata, è presente una nutritissima delegazione di Forza Italia, con la capogruppo alla Camera Mariastella Gelmini ci sono i deputati Lara Comi e Andrea Orsini, storico amico di Israele. La Regione ha dato un sostegno importante all'evento e il governatore Attilio Fontana è mancato solo per la concomitanza con la visita milanese del premier Giuseppe Conte. Il presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi ha inviato un messaggio e il sindaco Beppe Sala si è fatto rappresentare dal suo capo di gabinetto e dall'assessore Marco Granelli. Presente anche il capogruppo regionale del Pd Fabio Pizzul, ma non solo politici. Ci sono il viceprefetto della Biblioteca Ambrosiana, monsignor Pierfrancesco Fumagalli, e Yahya Pallavicini insieme ai rappresentanti della Coreis, la comunità religiosa islamica.

É il giornalista Paolo Del Debbio a condurre e rivela la storia della sua particolare amicizia con gli ebrei, che risale alla prigionìa del padre, recluso per due anni di carcere militare vicino a Buchenwald. Il critico Philippe Daverio incanta con una ricostruzione storica che riconduce l'ascesa del «sovranismo» alla ricorrente tensione fra la vocazione inclusiva degli «imperi» e quella esclusiva delle «monarchie» nazionali.

Il co-presidente Raffaele Besso ricostruisce la storia della Comunità milanese, la cui storica peculiarità sta nell'aver accolto gli ebrei cacciati o in fuga dai paesi arabi. Ad Arbib tocca ricordare che nella storia dell'Europa c'è anche l'antisemitismo. E in quella dell'Italia le leggi razziali. E così come ci sono stati i giusti, e gesti straordinari di solidarietà, non vanno sottaciuti l'indifferenza, o peggio ancora le delazioni e le complicità attive con le discriminazioni. E prima ancora i ghetti, o i falsi come il Protocollo dei savi di Sion, patacca antisemita e antisionista insieme, molto prima di Israele, oggi pretesto del nuovo odio. «L'antisemitismo non è stato inventato negli anni Trenta - ricorda - in Europa ha una lunga e dolorosa storia. Se non capiamo le radici di tutto questo e non ci facciamo i conti - avverte - è inutile dire che una storia non deve ripetersi.

Se le radici restano quelle, la storia si ripete».

Commenti