Cronaca locale

Tre ore distesa per terra: ignorata da tutti

Tre ore distesa per terra: ignorata da tutti

È rimasta per quasi tre ore distesa davanti a una vetrina di un negozio nel via vai di corso Buenos Aires. È stata lasciata lì, riversa sul marciapiede, sotto gli occhi di passanti e negozianti. È stata «dimenticata» lì per tre lunghissime ore dalle istituzioni che paiono così sollecite a sguinzagliare pattuglie, vigili e divise quando c'è da tappezzare le vie di multe per riempire le povere casse del Comune, ma che fa orecchi da mercante quando invece c'è da rialzare da terra una povera donna. È successo venerdì pomeriggio. Intorno alle 16,45 una clochard si sdraia sul marciapiede proprio davanti alla vetrina di un negozio. Ha sistemato attorno a sé sacchi e sacchetti incurante del via vai del corso Buenos Aires, del caos dello sciopero, delle auto, dei passanti. Incurante ormai della vita. La gente passa, guarda e non se ne va, però. Si ferma. E chiede. Per fortuna c'è ancora chi non pensa che sia tutto normale. Che vabbé-tanto-che-ci-posso-fare-io-? Il negoziante si allerta. Alza il telefono e chiama i vigili. «Provvediamo», rispondono dall'altro capo del filo. Sono quasi le cinque, passa una mezz'ora, ma non arriva nessuna pattuglia. Intanto in corso Buenos Aires le auto dei vigili passano eccome. Ma non si fermano. La seconda chiamata parte da Gabriel Meghnagi, che non è solo uno dei commercianti di Buenos Aires ma è il presidente dell'associazione che riunisce i negozi del corso e che fa capo all'Unione del Commercio. Ed è proprio così che si qualifica al centralino dei vigili urbani. Fa presente la situazione, ricorda che una chiamata è già stata fatta una ventina di minuti prima e che era stato risposto «provvediamo» ma che non s'è visto ancora nessuno. Dall'altra parte ascoltano e poi «ti senti rispondere che non hanno pattuglie disponibili per l'intervento - racconta Meghnagi - Bene, gli dico... passano le pattuglie e non si fermano e ancora ti senti rispondere che sono sul corso per fare altre cose...». Passa il tempo. Passano le pattuglie. La povera donna resta lì. Alle 17, e anche alle 18. Alle 19.15 è ancora sdraiata davanti a quella stessa vetrina. A quell'ora tra l'altro è già ricominciato lo sciopero. È un venerdì particolarmente nero. «Evidentemente Milano oggi era invasa da incidenti, manifestazoni, allagamenti, caos totale» ironizza amaramente. Come va a finire questa storia? Finisce con i negozianti che si avvicinano alla donna e la invitano a alzarsi e lei li ascolta e va.

La morale per Meghnagi è quella che gli ha suggerito un conoscente «se vuoi che arrivi la polizia locale bisognerebbe dire che alcuni italiani con automobili di lusso sono in doppia fila».

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