Cronaca locale

Treviglio s'inventa una torta che ha conquistato il mondo

In gita nella bassa per assaggiare il dolce simbolo Ideato da una casalinga ora è esportato ovunque

Treviglio s'inventa una torta che ha conquistato il mondo

Uscendo dalla Chiesa di San Martino di Treviglio, interessante miscuglio di romanico, gotico e barocco, dove ho ammirato il polittico di San Martino di Bernardo Zenale e Bernardino Butinone, tra i maggiori capolavori del Quattrocento lombardo, un vento gelido (non era questa imprevista primavera) mi aveva assalito. E così mi sono rifugiato a Caffè Pasticceria Milano. Locale Storico d'Italia è nato nel Settecento come forno comunale. Da qui passa la città che deve il suo nome da Trevillae, cioè tre paesi che si unirono a scopo difensivo. Questa era una zona di confine tra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia e gli scontri erano frequenti.

Ma il Viaggiatore Goloso sfiora la storia per buttarsi sulla gola e sul bancone in stile liberty del Caffè Milano, dal 1985 della famiglia Manzotti, con le mani in pasta di Daniele e suo figlio Matteo, fa bella mostra di sé, «la turta de treì» il dolce simbolo nato nel 1990. La Cooperativa Botteghe del Centro cercava un dolce da associare alla festa della Madonna delle Lacrime di fine febbraio. Parteciparono pasticcerie e cuoche di casa. Vinse una signora. La famiglia Manzotti decise di preparare questo dolce non solo per la festa. Fu un successo. Adesso viene spedito in tutto il mondo. Semplice ma efficace: base di pasta frolla, uova, vanillina e mandorle, forma circolare e diametro medio di 24 cm. Sulla facciata dell'edificio che ospita il bar-pasticceria, spicca il bassorilievo di una gatta, secondo la tradizione contesa con la vicina Caravaggio, diventata la griffe del Caffè Milano.

Per un'immersione più completa nella storia, il Museo civico conserva scritti del millennio scorso documentando la storia del comune dalle origini ai giorni nostri.

La pianura era un mare e la cucina che lo esalta è apprezzata e diffusa. Per acquisti, c'è un negozio di Orobica Pesca, marchio diffuso con una serie di prodotti pronti per tutti i gusti. La cucina di pesce migliore della zona (e una delle migliori di Lombardia) alberga nel ristorante San Martino della famiglia Colleoni: accenni francesi (il plateau royale) e creatività italiana (linguine con calamaro marinato, cotto a bassa temperatura e rucola; morone alla milanese). Prima di lasciare Treviglio degustiamo, all'Arimo American Bar, uno dei cocktail di Ezio Falconi, il barman che ha creato il suo vermouth classico da una antica ricetta che miscela Trebbiano dell'Emilia Romagna, alcol d'origine agricola, zucchero, caramello e erbe amaricanti, dall'achillea alla curcuma, dalla salvia alla santoreggia.

A pochi chilometri, annunciato dalla grande cupola, ci attende il santuario di Caravaggio, Santa Maria della fonte, il luogo di culto mariano più importante della Lombardia e uno dei più famosi in Italia. Il 26 maggio del 1432 qui la Madonna apparve a Giannetta, sposa di Francesco Varoli. L'attuale tempio fu costruito, a partire dal 1575, per volere dell'arcivescovo di Milano Carlo Borromeo. La basilica sorge nella vasta piazza cinta dai portici simmetrici con 200 arcate. L'edificio è lungo 93 metri, largo 33, alto 22 senza la cupola, con questa arriva a 64 metri. Dopo il pellegrinaggio sosta all'Agristoro del Podere Montizzolo. Inaugurato nel 2014, propone piatti che si basano sui salumi e sulle carni di produzione propria. Ideale per famiglie grazie a «Campoallegro», spazio verde attrezzato per i bambini. Gli adulti, intanto, stanno a tavola: risotto Carnaroli con salsiccia e Valcalepio rosso, brasato al profumo di cioccolato, polenta come una volta e patate novelle al forno.

Elisabetta «Betty» Ravani definisce il topinambur «la patata della salute». Con questo tubero è stato amore a prima vista e così è nato il progetto «Lombarda Topinambur» a Fontanella. Siccome è un prodotto invernale (da ottobre a marzo), ecco una linea di prodotti, in vasetto, che coprono gli altri mesi: crema, agrodolce, trifolato, in olio, antipasto. Abbiamo parlato molto di mare e quindi chiudiamo questa puntata al Ristorante Ravecca di Romano di Lombardia. Oreste Ravecca veniva dalle Cinque Terre e ha lasciato il ristorante alle figlie gemelle Arianna e Tiziana con passione e ricette: ravioli di crostacei con bottarga di muggine, catalana di scampi e gamberi, calamari ripieni in umido con crema di mais.

E il naufragare m'è dolce in questa pianura.

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