Cronaca locale

Triennale a metà strada: 325mila visitatori ma ha pagato uno su tre

Tra luci e ombre il primo bilancio della kermesse di mostre in città, a 70 giorni dalla chiusura

Simone Finotti

Giro di boa in chiaroscuro per la XXI Triennale. A una settantina di giorni dalla chiusura, prevista per il 12 settembre, la buona notizia è che tutte le mostre sono state inaugurate e Milano, dopo 20 anni, ha visto rinascere una delle sue più prestigiose kermesse, con ben 41 partecipazioni internazionali e un calendario di oltre 150 eventi già svolti e altrettanti in programma, tutti di ottima qualità. Meno facile interpretare il pallottoliere delle affluenze, che dopo il boom di aprile, dovuto forse all'effetto-novità e alla concomitanza del Salone del Mobile, sembra registrare numeri un po' sotto le attese, nonostante in Viale Alemagna si mostri soddisfazione. I dati, resi noti ieri nella «Mini Creative Area», il nuovo spazio Foyer del Palazzo dell'Arte presentato nell'occasione, parlano di meno di 100mila biglietti venduti (99.625 al 26 giugno), contro i 225.802 visitatori a ingresso libero, per un totale di 325.427 presenze. Altre 20mila persone hanno partecipato ai vari appuntamenti collaterali. Il presidente della Triennale Claudio De Albertis ha ribadito il «grande successo della manifestazione», soprattutto se paragonata ad altre mostre o eventi legati all'architettura o al design in Italia, ma è difficile pensare che le cifre, considerata la vasta portata dell'evento, possano davvero soddisfare del tutto, vista anche la sproporzione fra chi ha scelto le esposizioni gratuite e chi invece ha pagato il biglietto. Nel dettaglio, sinora ha convinto l'intelligente mostra «Architecture as Art» ideata e diretta da Pierluigi Nicolin, a cura di Nina Bassoli, con 64.800 visitatori (a ingresso gratuito), che dagli spazi di Pirelli HangarBicocca guida di gran lunga la classifica. Intorno a quota 30mila visitatori si attestano tre esposizioni al Palazzo dell'Arte con ingresso a pagamento: «Stanze. Altre filosofie dell'abitare» a cura di Beppe Finessi (35.119), il TDM9 «W-Women in italian design» sul design femminile, di Silvana Annicchiarico (33.958), e Neo Preistoria-100 Verbi, a cura di Andrea Branzi e Kenya Hara (32.887). Scendendo troviamo Sempering di Luisa Collina e Cino Zucchi (al Mudec, 22.779), Quattroruote Road to (R)evolution, alla Reggia di Monza (19.616), e New Craft, a cura di Stefano Micelli (Fabbrica del Vapore, 11.310). Boom di download (oltre 150mila videogames scaricati) per la mostra virtuale Design Game Collection, mentre le esposizioni di City after the City in area Expo -oggi Parco Experience-, in un mese di apertura (solo i weekend, ingresso libero), hanno totalizzato 14.566 visite. Un numero «indice di successo», secondo De Albertis, che però aggiunge «considerando anche gli ultimi weekend di maltempo».

E se è vero che l'obiettivo delle 500mila presenze è alla portata, e che il confronto con le passate edizioni potrebbe proiettare quest'ultima sul podio dietro quelle del 1933 e '36, c'è da considerare che è la prima che esce dal Palazzo dell'Arte come evento diffuso, in una Milano che ormai è una metropoli.

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