Cronaca locale

Troppi eventi, caos posteggi. Zona Tortona fa class action

I residenti contestano traffico e taglio dei posti auto: "Pronti a fare causa e occupare le strade per protesta"

Troppi eventi, caos posteggi. Zona Tortona fa class action

In origine fu il Fuorisalone del Mobile. Accese il faro su una zona - Tortona/Savona - che poco o nulla aveva a che fare con il quartiere della moda e del design raccontato oggi sulle guide turistiche. Con gli anni si sono trasferite nel quadrante le grandi griffe, da Armani a Fendi, si sono moltiplicate le settimane a tema, le feste della moda e le rassegne ospitate al Superstudio, nel 2015 ha inaugurato il Mudec e l'anno dopo i stabilimenti dell'ex Ansaldo in via Bergognone son rinati come «Base», polo culturale e spazio concerti aperto quasi tutte le sere. I residenti chiedono di rallentare il tiro. Qualche messaggio lo hanno già trasmesso al Comune con le buone, ora si stanno organizzando per passare a maniere più forti. I cittadini riuniti nel comitato «Quartiere Tortona-Solari-Qts30» hanno organizzato giorni fa un'assemblea per raccogliere idee e proteste e studiare le prossime mosse «per incalzare un'amministrazione - dicono - sorda alle segnalazioni di noi cittadini».

Le priorità. I residenti lamentano un «aumento smodato del traffico, soprattutto proveniente dall'esterno, con il conseguente peggioramento della situazione del quartiere e aumento dello smog che incide negativamente sulla salute». La causa, spiegano, deriva soprattutto dall'aumento delle attività nella zona («dal Mudec, al Base ai tanti eventi») a cui si è aggiunta la chiusura di via Foppa, collegata ai cantieri in corso per la M4. Si sono allungati i percorsi per uscire e tornare a casa propria («dovuto alla viabilità introdotta in via Stendhal, dove deve essere ripristinato il doppio senso di marcia da via Tortona a via Savona, e alla riduzione dei posti auto»). La creazione delle piste ciclabili (spesso occupate dalle auto e dai camion per il carico e scarico di materiale da esposizione) hanno causato imbottigliamenti.

I parcheggi per i residenti sono diminuiti progressivamente del 30% e vengono di continuo esposti divieti temporanei legati agli eventi. C'è, contestano i cittadini, «una totale mancanza di regolamento e controllo degli eventi diurni e notturni con il conseguente inquinamento acustico e atmosferico» e ci sarebbe anche «una sconsiderata concessione del suolo pubblico ai privati». Hanno fatto circolare tra loro gli articoli che parlano di una recente sentenza a Brescia che potrebbe spingere a un ricorso collettivo anche a Milano, lì il Comune è stato condannato a risarcire con 50mila euro due residenti per danni da movida. Il comitato denuncia anche un aumento della microcriminalità del quartiere, «dovuto a una scarsa presenza di forze dell'ordine».

Si passa alle maniere «forti», si diceva. Durante l'assemblea i residenti hanno preparato un piano d'attacco. Intanto, una lettera aperta a tutte le autorità, ma intendono predisporre anche «un esposto/denuncia dei rischi e dei danni a cui i cittadini sono sottoposti, compresi i bambini delle scuole» e per fare questo vogliono «coinvolgere un legale esperto di class action e ricorsi al Tar». Il modello Brescia insomma sta già facendo scuola nei quartieri più sottoposti alla pressione della movida. Se non bastasse, sono pronti a organizzare manifestazioni, dimostrazioni pacifiche («e autorizzate») ma anche ad «occupare le vie in auto durante manifestazioni o eventi importanti» e a «bombardare» di mail, in contemporanea, le istituzioni. La parola d'ordine ovviamente è «fare massa».

Sindaco e assessori sono avvisati.

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