Cronaca locale

Tubular bells 40 anni dopo Echi da «Esorcista» rivisitati

Oggi al Leonardo concerto dell'orchestra Artchipel sulle note della colonna sonora di Mike Oldfield

Luca Pavanel

Ci sono pagine della musica rock anni Settanta che per molti sono state vere e proprie (prime) rivelazioni della musica che esplora, viaggi nell'immaginazione, consapevolezza di suoni che portano lontano. Una di queste pagine (indimenticabili) - scoperte in forma tangibile di album - si intitola Tubular Bells, lavoro uscito sul mercato discografico esattamente nel 1973 a firma del polistrumentista e compositore britannico Mike Oldfield. L'album tenne a battesimo la Virgin Records e, grazie a un tema inserito nella colonna sonora del film L'esorcista, ebbe un successo enorme, restando nelle classifiche britanniche per 279 settimane e vendendo 15 milioni di copie in tutto il mondo.

Questa sera a due passi dal Politecnico, al teatro Leonardo, quell'opera che ha fatto sognare tanti, viene riproposta dall'Artchipel Orchestra diretta da Ferdinando Faraò. La formazione ne presenta in parte la versione originale, con una «sorpresa» però. È un'occasione di ascolto anche per le nuove generazioni che di quegli anni di avventura magari sanno poco. Tutto iniziò da un'immagine che si faceva subito notare sugli scaffali dei negozi, dove il vinile era l'unico oggetto di culto. Ancora oggi il solo guardare la copertina del disco un tubo metallico con sfondo tutto nuvole e cielo azzurro rimanda con intensità a quel periodo.

«È uno dei dischi della mia giovinezza racconta Faraò . Con questa proposta continua il nostro viaggio tra gli autori inglesi, una scelta partita un po' di anni fa che presto si tradurrà in una nuova incisione». Già, proprio così: l'Artchipel, dopo un secondo disco con al centro le musiche dei Soft Machine, a breve pubblicherà un lavoro dedicato a Lindsay Cooper, fagottista-oboista degli Henry Cow (gruppo avant-prog fondato all'Università di Cambridge nel 1968, ndr). «Tutto questo è un patrimonio da conservare e da far conoscere continua il direttore -. Un patrimonio che anche molti giovani musicisti non conoscono».

Un repertorio che viene da lontano nel tempo ma che risulta attualissimo. Correva l'anno 1974 quando la Bbc trasmise in tv un concerto in diretta rimasto memorabile. Ed ecco dopo una quarantina di anni qualcuno al di qua della Manica che se lo ricorda bene e che vuole celebrare quella creazione. Faraò: «Proporremo la prima parte, l'originale come è stato scritto da Oldfield; nella nostra versione i temi più significativi vengono esposti e sviluppati attraverso una partitura in bilico tra scrittura e improvvisazione». Le differenze sono già marcate nel titolo del cartellone che presenta la serata: infatti è stato annunciato un Tubular Bells Variations, una parola, l'ultima, che dunque farà la differenza.

Nuovi momenti musicali che scaturiscono da una «base» che è una miniera di fantasia. L'autore, allora ventenne, riuscì a creare un discorso ricco di temi, stili e suggestioni che visti tutti insieme fanno pensare alla realizzazione di una «pietra miliare», anche se l'estremismo prog del tempo non calcolò bene il peso di questa lunga suite.

Ad affrontare il progetto messo a punto da Ferdinando Faraò una ventina di musicisti con curriculum di tutto rispetto, a cui si aggiunge per la serata anche il vibrafonista-marimbista Luca Gusella, fuoriclasse del mondo delle percussioni - oltre che polistrumentista già collaboratore dei Sentieri Selvaggi e soprattutto protagonista dell'Aisha duo che ha fondato e porta avanti con il collega Andrea Dulbecco.

Il discorso dell'Artchipel Orchestra e del suo concerto è da inquadrare nelle attività di Area M, un progetto in zona 3 dedicato alla produzione e alla rappresentazione di concerti di jazz, musica del Novecento e spettacoli di teatro musicale, mediante una Rete Culturale formata da alcune fra le più importanti realtà cittadine.

Per il «live» dalle ore 21 buon ascolto, ne vale la pena.

Commenti