Cronaca locale

Tutte le nuove mostre in città Leonardo, De Chirico, Fellini

Un anno dedicato al genio rinascimentale (al Castello) ma grandi spazi pure all'arte del Novecento e moderna

Tutte le nuove mostre in città Leonardo, De Chirico, Fellini

Non solo Leonardo, dunque. Come da tradizione prenatalizia, il sindaco Giuseppe Sala e l'assessore alla Cultura Filippo Del Corno hanno presentato il cartellone espositivo dell'anno a venire.

La liturgia è quella di sempre, ma questa volta si parte con un duplice vantaggio: da un lato l'iper-citata classifica del Sole-24 Ore che vede la nostra città al vertice della vivibilità in Italia («Le classifiche lasciano il tempo che trovano», chiosa il primo cittadino, ma il sorriso è soddisfatto), dall'altra l'incremento del turismo culturale nella metropoli. Il 2019 è «l'anno di Leonardo» con celebrazioni planetarie del cinquecentenario della morte del genio rinascimentale: e se Parigi ha bruciato tutti con la mostra più completa, gli Uffizi tergiversano (Roma non pervenuta), sotto le «assi» del nostro Castello tutto è (quasi) pronto. Sarà infatti lo Sforzesco la casa vinciana per eccellenza: la Sala delle Asse riaprirà con il Monocromo che ormai conosciamo e con nuovi disegni emersi dalle pareti dopo il restauro. Un Leonardo inedito? È presto per dirlo. Al Castello poi progetti multimediali su Ludovico il Moro, alla cui corte il Da Vinci operò, e disegni originali di Leonardo, a Palazzo Reale tre mostre leonardianamente declinate: a marzo «Il meraviglioso mondo della natura», sulla rappresentazione dell'ambiente fisico in Lombardia, a maggio un'interpretazione delle macchine di Leonardo ad opera di Studio Azzurro, in autunno la raffinata «La cena di Leonardo per Francesco I» in cui per la cura di Pietro Marani, autorità assoluta sul tema, sua la mostra enciclopedica su Leonardo per Expo sarà esposto il prezioso arazzo cinquecentesco dei Musei Vaticani che riproduce il Cenacolo. In estate, contrappunto al Museo del '900 sui legami tra Lucio Fontana e Leonardo, partendo dalla comune ossessione per i cavalli.

E per il resto? «Una programmazione molto milanese», chiosa il sindaco. Vero, ma non del tutto. Vero nella scelta di aprire la stagione di Palazzo Reale con un omaggio a Paolo Grassi, fondatore del Piccolo Teatro, a cento anni dalla nascita, e nel dare spazio a collezionisti meneghini (Geo Poletti, appassionato di natura morta del Seicento), ad artisti radicati in città come il divisionista Angelo Morbelli (da marzo alla Gam), a talenti come l'architetto Ignazio Gardella, cui il Pac dedicherà una personale. Tuttavia, le perle di stagione sono altre: il quattrocentesco Antonello da Messina e l'ottocentesco Ingres. «Dentro la pittura» (dal 21 febbraio, a Palazzo Reale) narra le tappe di formazione di Antonello tra la natia Sicilia, Napoli, Roma e il passaggio a Milano. Ci sarà la celeberrima Annunciata, conservata a Palazzo Abatellis di Palermo, quadro-icona del ritrattista rinascimentale? «Trattative in corso: siamo a buon punto», dice Domenico Piraina, direttore di Palazzo Reale. Noi traduciamo con un sì (e sarebbe un gran colpo). A marzo con «Jean-Auguste-Dominique Ingres. La vita artistica al tempo dei Bonaparte», in collaborazione con il Musée Ingres di Montauban si rispolvera la storia napoleonica della nostra città. In autunno ci attendono Giorgio De Chirico a Palazzo Reale, Filippo De Pisis al Museo del '900.

A Germano Celant spetterà il compito, sul finir dell'anno, di celebrare Emilio Vedova, a 100 anni dalla nascita mentre il Mudec si concentra sul Giappone, con un prologo dedicato a Roy Lichtenstein e alla sua passione per l'arte asiatica. Miscellanea culturale con un investimento pubblico «in linea con gli anni precedenti» (dice Del Corno): ovvero minimo, perché al Comune spetta la regia e ai privati, in co-produzione, oneri e onori della biglietteria. Così è in Italia, per i musei comunali. Da rilevare però due collaborazioni internazionali notevoli: con la Tate Britain in giugno per un viaggio nella pittura preraffaellita (arriva la strepitosa Ofelia di Millais), con il Guggenheim per presentare la collezione Thannhauser. Intrigante infine (ma a rischio di scivolata nel cliché) il fil rouge degli eventi del 2020 (quando continuerà una mostra su Fellini): la creatività femminile.

Già in agenda al Pac la «dissidente» cubana Tania Bruguera, al Museo del '900 le opere intessute dalla grande Maria Lai.

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