Cronaca locale

Uccide la compagna a coltellate: era incinta

Uccide la compagna a coltellate: era incinta

Una gravidanza inattesa, confermata da un test dagli esiti positivi fatto di recente, potrebbe essere stata la causa scatenante dell'ultimo litigio tra Alessia e Morad. L'uomo, marocchino di 28 anni, ha colpito la compagna, 26 anni, con dieci coltellate quindi ha bevuto una sostanza acida e si è gettato dal settimo piano. Cadendo incredibilmente sul terrazzino del quarto, dove è stato scoperto dall'inquilina che ha lanciato l'allarme. Sulla dinamica dei fatti pochi dubbi, resta da capire il movente, l'assassino infatti non è in grado di parlare. Ma le spiegazioni di quel tragico gesto potrebbe essere rinchiuse proprio nella conferma di quel bambino in arrivo.
L'allarme viene lanciato l'altra sera verso le 22 quando un signora di 80 anni che abita al quarto piano di via San Dionigi 42, mentre sta guardando la televisione sente un tonfo in poggiolo. Esce e trova un uomo piovuto non sa si da dove. E chiama il 118. Nel frattempo qualcun altro ha telefonato al 113 sostenendo di aver visto un uomo precipitare addirittura dal sedicesimo piano. Arrivano le volanti, gli agenti prestano i primi soccorsi al ferito che mormora qualcosa, perde i sensi, rinviene e sviene ancora. Notano subito scarpe e calze sporche di sangue, macchie incompatibili con le ferite riportate nella caduta. Sentono i vari inquilini e alla fine qualcuno crede di riconoscere in quel corpo, il marocchino del settimo piano. I poliziotti salgono e bussano: da di là della porta solo silenzio e un cane che guaisce.
Arrivano i vigili del fuoco che con la scala passano per un finestra, attraversano l'appartamento, notando in camera da letto una donna a terra coperta di sangue, e aprono la porta. Subito dopo entrano gli agenti che scoprono nascosto dietro il divano il bimbo della coppia di 14 mesi, attorno a lugi uggiola un bastardino di piccola taglia. Il medico legale esamina il corpo della donna in slip e maglietta scoprendo una decina di coltellate, sei al torace, il resto alla schiena. Per terra un coltello da cucina lungo 12 centimetri. Sul pavimento impronte di scarpe sporche di sangue che finiscono sul terrazzino, dove viene anche trovato una confezione vuota di liquido per sturare i lavandini, evidentemente bevuto dal marocchino prima di lanciarsi nel vuoto. Come poi sia caduto sul poggiolo sottostante resta un mistero. Forse con l'istinto di sopravvivenza si è aggrappato alla ringhiera del quinto piano, imprimendo al corpo una strana traiettoria.
Resta da trovare il movente che l'uomo però non è in grado di chiarire: portato al Fatebenefratelli viene sottoposto a lavanda gastrica e sedato. È mal messo, ma non corre pericolo di vita. Durante la successiva perquisizione però salta fuori quel test di gravidanza positivo fatto di recente, particolare che apre alcuni scenari. Alessia e Morad sono soggetti «al limite», con qualche precedente per spaccio e i vicini li sentono spesso litigare perché lui abusa di alcol e droghe. E quando la donna rimane ancora incinta, la situazione potrebbe essere precipitata. Forse perché il figlio non era di Morad, forse perché pur aspettandolo da lui, Alessia non lo voleva tenere.

Due circostanze che potrebbero avere scatenato la rabbia dell'uomo.

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