Cronaca locale

«Va bene, ti do tutti i soldi» E i nonni finiscono nella rete

Scoperta organizzazione di truffatori. Raggiravano gli anziani fingendosi nipoti in difficoltà: 15 arresti

Cristina Bassi

Li cercavano su internet e li sceglievano anche in base al nome. Celestina, Pierina, Elda, Annibale erano i più gettonati, perché hanno un sapore d'altri tempi. Garanzia che la vittima era anziana. Una vera organizzazione a livello internazionale aveva messo in campo un sistema di truffe a ultra 80enni di Milano e dintorni. Sono 15 le persone arrestate (l'operazione ha coinvolto anche la zona di Novara), con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata alla truffa. Si tratta di cinque polacchi e dieci italiani di origine rom lovari. I casi accertati dalle indagini coordinate dal procuratore aggiunto Riccardo Targetti e dal pm Giancarla Serafini sono venti, le misure cautelari sono state disposte dal gip Roberta Nunnari.

L'operazione è del pool anti truffe della Procura, cui collaborano polizia di Stato, polizia locale e carabinieri. Dall'inizio del 2017 sono già 2.712 le denunce raccolte in città per raggiri ad anziani tentati o consumati. «Circa dieci casi ogni giorno - sottolinea Targetti -, ma vanno aggiunti gli episodi non denunciati. Un fenomeno italiano ma anche europeo che prende di mira le persone più fragili colpendo il loro punto più vulnerabile, gli affetti familiari». Per questo, ma anche per la consistenza del bottino che ogni anno tocca le decine di milioni di euro, questo crimine secondo gli inquirenti non può più essere considerato «minore». La prevenzione però «sta funzionando», sottolinea il capo delle Volanti Maria Josè Falcicchia. Nel 2016 all'Upg sono arrivate 410 denunce, 190 per colpi andati a segno e 220 sventati. Mentre quest'anno il dato è molto migliorato. Su 408 episodi, quelli falliti sono 341.

Milano per la banda di «Cucciolo», «Rudy» e «Fonzie» era «la città grande», dove fare razzia, «il botto». In Polonia era stato creato apposta un call center da cui partivano decine di chiamate al giorno. I «centralinisti» sceglievano gli obiettivi, si fingevano un nipote o un parente stretto e raccontavano di avere bisogno urgente di soldi. «Ho avuto un incidente - dicevano - devo pagare per uscire di prigione» oppure «per chiudere l'acquisto della macchina nuova mi servono 1.000 euro». Il finto parente mandava a casa dell'anziano una persona «di fiducia» a ritirare i soldi («pidocchi» in gergo), che la vittima consegnava per lo più senza fare troppe domande. Dai 500 agli 8mila euro o anche gioielli. L'«esattore» si appostava sotto il palazzo, in costante contatto telefonico con il capo che dava istruzioni: «Non devi toccare le porte con le mani». Commenta un arrestato intercettato: «È una vecchia brava. Mi ha detto ti do tutto, ti do anche l'anima». Un altro truffatore aggiorna il complice, mentre contemporaneamente è al telefono con la vittima: «La sento che piange». Ancora: «Sta scendendo, è molto vecchia», «È una di quelle vecchie che camminano a fatica», «Sorridile per bene e porgi la mano». Dopo il colpo: «Che vecchietta che era, bellissima». Ridendo: «Diceva tieni, tieni amore. Mi chiedeva scusa perché non mi aveva riconosciuto...».

Una vecchina anche lei intercettata perché al telefono con il truffatore dice alla complice che la aspetta a pochi passi dal portone: «Vieni dentro, fa freddo». Poi le viene passato il finto nipote: «Giancarlo?», «Sì, sì, daglieli subito», ordina il centralinista. E la nonna: «Ci do subito tutto, ciao amore». L'anziana però è lenta nei movimenti e il falso Giancarlo la incalza. Lei: «Scusa amore, ma io non sto bene... C'ho 83 anni». Alla fine i malviventi festeggiano il bottino, una borsa da calcio: «È piena! È pesante!».

Alcune volte erano gli impiegati della banca a insospettirsi, quando gli anziani clienti chiedevano di prelevare ingenti somme con motivazioni poco convincenti, e a chiamare le forze dell'ordine. «Un reato del genere - conclude l'assessore comunale alla Sicurezza Carmela Rozza - vale una rapina con la pistola. Ed è fin troppo facile ingannare un anziano in ansia per una persona cara.

Spesso questi criminali minano irrimediabilmente l'autostima e l'equilibrio mentale delle vittime».

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