Voci di Milano

Vergogna case popolari tra le "carceri" di Vialba e i fortini della droga

Così gli abitanti del quartiere hanno ribattezzato gli edifici

Vergogna case popolari tra le "carceri" di Vialba e i fortini della droga

Al posto delle tapparelle hanno delle sbarre orizzontali dalle quali la luce entra a fatica. L'intonaco è grigio, i giardini trascurati, le aiuole piene di immondizia. I residenti della zona le hanno ribattezzate 'le carceri'. Sono le case popolari di via Cittadini, nel quartiere Vialba. I casermoni di proprietà del Comune sono la base operativa di bande molto organizzate e con un forte controllo del territorio. Il loro quartier generale sono soprattutto i garage, nei quali nascondono le auto rubate. Alcuni sono diventati anche officine abusive, nelle quali vengono venduti i pezzi delle vetture smontate. Chi abbia bisogno di un radiatore o un'autoradio non deve far altro che avvicinarsi: spesso sulle saracinesche sono affissi dei bigliettini che riportano il numero di cellulare da chiamare. Una realtà che in via Carbonia, via Cittadini e via Zoagli conoscono bene e da cui non riescono a uscire: le denunce inoltrate a Metropolitana milanese sono rimaste inascoltate. «Per anni si è parlato di una riqualificazione - ricorda Gilberto Reho, che abita in zona Vialba - avevano anche chiamato delle archistar, ma poi non se ne è fatto nulla». E in via Console Marcello gli immobili comunali non sono messi molto meglio. «È un anno che piove in casa perché c'è un buco nel tetto - spiega Mariagrazia Raimondo, che vive nella scala F al quarto piano -, abbiamo chiamato tante volte e ci hanno promesso interventi, ma l'unico lavoro è stato cambiare i lampioni del giardino». In zona Gallaratese, precisamente in via Bolla, l'emergenza sono le occupazioni abusive: nel 60 per cento delle abitazioni ci sono inquilini non in regola. La maggior parte è allacciato illegalmente alla rete dell'elettricità e del gas.

Qui ormai i cittadini italiani sono in minoranza: a comandare ci sono immigrati nordafricani, rom e rumeni. E mentre le case sono diventate veri e propri fortini dello spaccio, gli anziani rimasti si sentono prigionieri: «Abbiamo paura a uscire - dicono quasi rassegnati -, e chi ha denunciato ha subito il rogo dell'auto».A preoccupare i cittadini della zona 8 è anche il cantiere realizzato per allargare la A4. Si trova al confine tra Vialba e Novate ed è vicinissimo alle case. La quarta corsia in direzione Venezia passerà quasi sotto i balconi e le barriere antirumore potrebbero non bastare. Ma la macchina ormai è partita: le procedure di esproprio sono già cominciate, le reti che delimitano l'area dei lavori sono quasi in giardino e il prezzo delle abitazioni è svalutato.Non sono solo le nuove opere a destare l'attenzione dei milanesi: l'ex mercato coperto del QT8, ad esempio, è abbandonato da anni e occupato abusivamente. La struttura era un'isola felice in un quartiere residenziale bello, ma privo di servizi. Poi è stato chiuso dal Comune e lasciato a se stesso, fino a diventare un rifugio di clochard e disperati. Della sua riqualificazione si discute da anni, per due volte hanno provato a rilanciarlo come punto dedicato al biologico, ma tutti i bandi sono andati deserti. Adesso l'ennesima idea è di trasformarlo in un archivio dei progetti urbanistici dagli anni Trenta a oggi. Il quartiere, nato come esperimento residenziale, oggi assomiglia sempre di più a una zona a luci rosse. Ventiquattro ore su ventiquattro si possono incontrare prostitute di ogni età e nazionalità. Poco distante, in piazzale Lotto, c'è chi vende sesso ogni dieci metri sotto l'occhio vigile dei protettori. La stessa scena si ripete in via Principe Eugenio e in viale certosa, dove a battere sono anche i trans. Il degrado non si ferma nemmeno di fronte a un'eccellenza come l'ospedale Sacco, quartiere Roserio. Sono ben due gli immobili occupati abusivamente: il primo è una ex chiesa diroccata, il secondo una fabbrica abbandonata dalla quale rom e sbandati entrano ed escono indisturbati. La zona 8 però ha anche il fiore all'occhiello: è la casa Vidas nel cuore di Bonola.

Qui i malati terminali passano i loro ultimi giorni e presto aprirà anche un reparto pediatrico.

Commenti