Cronaca locale

Al Dal Verme il violinista Cardaropoli

Luca Pavanel

Gli enfant prodige certamente non mancano nel Belpaese. Il campo del violino è uno dei più forieri in questo campo. Il mondo degli archi. Piccoli prodigi che si esibiscono online, ormai è la moda. Scuole Suzuki & Co. che sfornano bimbi orchestrali, ragazzi che si danno battaglia nei conservatori a colpi di archetto. Poi, ogni tanto, spunta il ragazzo prodigio con la «P» maiuscola. È il caso di Gennaro Cardaropoli, che si è diplomato alla tenerà età di quindici anni. Un record rispetto alla media. Ma non basta. Ha visto il primo posto al Premio nazionale delle arti e il Premio Abbado.

Oggi ha diciotto anni e alla vigilia dei concerti la sua storia lo precede sempre: dopo aver suonato giovedì, è di scena anche domani alle ore 17 al teatro Dal Verme, dove sale sul palcoscenico accompagnato dai Pomeriggi musicali diretti da Pavel Berman. Tutti, a vario titolo, alle prese con un programma appassionante, ovvero: «L'olimpiade-overture» di Pergolesi, il «Concerto per violino e orchestra n.1 op.6» di Paganini e, di Stravinskij, «Pulcinella, suite dal balletto».

La comparsa del ragazzo prodigio napoletano è la conferma che il mondo della musica italiana sul versante dei talenti e tutt'altro che al tramonto. Cardaropoli è figlio di un'accademia nostrana e a quanto pare può portare avanti a testa alta la tradizione anche nelle occasioni di confronto con i giovani stranieri, sempre più agguerriti nelle stagioni concertistiche e nei concorsi nazionali e internazionali.

Due parole sul direttore d'orchestra in scena: Berman, anche lui con un passato di ragazzo prodigio, basti pensare che ha ricevuto una statuetta a soli 17 anni al Premio Paganini.

Poi ha attirato l'attenzione del mondo musicale con il primo Premio e Medaglia d'oro al concorso violinistico internazionale di Indianapolis negli anni Novanta.

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