Cronaca locale

Viaggio a Paperopoli per ricordare il «Disney italiano»

Omaggio a Romano Scarpa il nostro disegnatore più stampato in America

Simone FinottiUn mattino come tanti, a Paperopoli. Due paperi corrono su un marciapiede. Sullo sfondo un muretto, il cielo azzurro, il profilo di un villino. In primo piano, una mano sul bastone e l'altra sull'inseparabile cilindro, fugge l'avaro Paperon de' Paperoni in ghette e palandrana, che sbraita: «Non ho tempo, i miei guadagni mi aspettano!». Alle sue spalle si affanna Brigitta, l'eterna spasimante, che rivendica: «E io, che ti ho aspettato tutta la vita?». Così il fumetto diventa poesia. Senza rinunciare, questo era il bello di Romano Scarpa, alla sua inconfondibile, disarmante leggerezza. Dal 16 gennaio al 13 marzo lo Spazio Wow omaggia il grande disegnatore veneziano scomparso nel 2005 con la mostra «Dall'unghia di Kalì all'ultimo Balabù. L'arte di Romano Scarpa, il più grande artista Disney italiano». O, come è stato definito, l'erede diretto dei maestri Disney americani. Non a caso è l'italiano più stampato negli States e nessuno, eccetto il mitico Carl Barks, contribuì più di lui a popolare Paperopoli e Topolinia di nuovi e simpatici eroi, spesso al femminile: Brigitta Mac Bridge, comparsa per la prima volta nel 1960 (Zio Paperone e l'ultimo Balabù), ma anche Trudy, la corpulenta fidanzata di Gambadilegno che un po' gigioneggia e un po' mostra un cervello più fine dell'impulsivo compagno. E poi Gedeone, Atomino, Filo Sganga, Paperetta Yè Yè, Zenobia e Petulia Basettoni, moglie dell'adorabile commissario. In mostra, oltre a tante curiosità, ci sono 150 tavole originali tratte dalle storie più amate: come «L'unghia di Kalì» (1958), in cui Topolino ritrova il geniale Dottor Enigm, «La dimensione delta» (1959), storia di esordio di Atomino Bip Bip, «La collana Chirikawa» (1960), che vede Topolino alle prese con strane vertigini. Del 1953 è la prima storia pubblicata, Biancaneve e Verde Fiamma, e già l'anno dopo arriva la prima opera con Mickey Mouse, «Topolino e le delizie natalizie». Più recenti «Topolino e la banda dello sternuto» (1990) e «Orazio e le riparazioni a catena», ultima storia pubblicata da Topolino nel 1998. E poi le saghe: del 1970 è la bellissima «Storia e gloria della dinastia dei Paperi», spalmata su otto numeri di Topolino e poi ripubblicata in volume unico. Un'epopea in cui Scarpa, e altri autori Disney italiani, prendono le distanze dalla mitologia paperoniana voluta da Barks; del 1988 è la monumentale Paperolimpiadi, realizzata in occasione dei Giochi di Seoul. Da sempre appassionato di fumetti -da ragazzo inviò alla redazione di Topolino un disegno della sua Venezia, dove era nato nel 1927-, Scarpa fu artista poliedrico: tra i suoi amori c'era il cinema, le cui atmosfere era abilissimo a trasferire nelle strisce. Per la prima volta in mostra anche preziosi «dietro le quinte», come i dettagliati storyboard a matita, oltre a pagine tratte dalle sceneggiature originali, illustrazioni e copertine. Una fumettoteca mette a disposizione dei visitatori albi completi.

Per approfondire le storie di 25 personaggi e oggetti creati da Scarpa c'è un'apposita installazione multimediale.

Commenti