Cronaca locale

Vicino ucciso, 30 anni a padre e figlio

Condannati Gaetano e Mattia Teofilo, accusati dell'omicidio di un condomino dopo due anni di liti

Cristina BassiUna violenta lite tra vicini finita nel sangue. E un padre e un figlio condannati ognuno a trent'anni di carcere per omicidio volontario. È arrivata ieri la sentenza in primo grado con il rito abbreviato (che prevede lo sconto di un terzo della pena) per Gaetano e Mattia Teofilo, 46 e 19 anni, accusati di aver ucciso lo scorso 13 marzo Stefano Epis nel suo appartamento di via Gonin, al Lorenteggio.Il gup Vincenzo Natale ha accolto la richiesta di condanna del pm Maria Letizia Mocciaro. Stabilendo anche una provvisionale di risarcimento di 500mila euro per i familiari della vittima, parti civili al processo. Epis, 48 anni, è stato ucciso a colpi di martello e a coltellate. Era stato ritrovato a terra in una pozza di sangue dal padre. Una settimana dopo la Squadra mobile ha arrestato i Teofilo, il padre magazziniere e il figlio studente in un istituto tecnico, entrambi incensurati. Secondo l'accusa avrebbero agito d'impeto, dopo le ripetute minacce della vittima alla loro famiglia a causa del pianto del figlio di tre anni di Gaetano Teofilo e dell'abbaiare del loro cane. Agli imputati non è stata contestata la premeditazione, ma le aggravanti della crudeltà e dei futili motivi. Padre e figlio dopo l'arresto avevano confessato. Poi però lo studente, assistito dal legale Luigina Pingitore, aveva ritrattato dicendo che al momento dell'aggressione stava dormendo in camera sua. Versione sostenuta anche dal magazziniere difeso da Robert Ranieli, che fino all'ultimo ha cercato di scagionare il ragazzo. Le motivazioni della sentenza si conosceranno tra novanta giorni. Nella scorsa udienza Gaetano Teofilo aveva detto di essere «dispiaciuto» e di aver ucciso il vicino perché «esasperato» dal suo comportamento «violento». Secondo l'accusa, padre e figlio hanno agito insieme. Gaetano Teofilo ha quattro figli, Mattia è il primogenito. Da oltre due anni Epis, che era stato in carcere per reati come furto e rapina ed era in cura al Sert per problemi di droga e alcol, minacciava e insultava i vicini del piano di sopra. Era arrivato a minacciare con un bastone il figlio più piccolo di Teofilo. Il magazziniere aveva già querelato tre volte il pregiudicato, così avevano fatto altri condomini. Spesso quando era ubriaco infatti, Epis, solitario e scontroso, discuteva con i vicini. La notte dell'omicidio le urla tra Epis e Teofilo sono cominciate alle 4, ancora una volta con il pretesto del pianto del bambino. Finché il padre e il figlio maggiore sono scesi con le armi trovate in casa: un martello e un coltello a serramanico. Hanno suonato al vicino e lo hanno aggredito colpendolo al torace e al collo. Poi si sono lavati, sono usciti per disfarsi delle armi e dei vestiti sporchi di sangue e il giorno dopo sono andati al lavoro e a scuola. Infine l'arresto e l'ammissione, prima da parte di Gaetano e poi da parte di Mattia, che hanno ricostruito l'omicidio. I due hanno successivamente provato a convincere gli inquirenti che la responsabilità è stata solamente dell'adulto. Ma questa versione non ha convinto il giudice. La difesa di Gaetano Teofilo ha chiesto ma non ottenuto la concessione delle attenuanti generiche, la cancellazione delle aggravanti e il riconoscimento della seminfermità mentale.

Quella di Mattia aveva chiesto l'assoluzione.

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