Cronaca locale

Violenze, poche domande d'indennizzo

Un seminario per le troppe vittime che non sanno del fondo di sostegno

Violenze, poche domande d'indennizzo

Donne lombarde, vittime coraggiose. Che denunciano e continuano a denunciare l'inferno in cui hanno avuto la sciagura di piombare, dagli stupri veri e propri ai maltrattamenti, fisici e psicologici, tra le mura di casa, peraltro sempre più frequenti. Secondo l'assessore regionale alle Politiche per la Famiglia Silvia Piani il dato è addirittura raddoppiato: dalle 3.680 denunce del 2014, siamo passati alle 7.213 del primo semestre di quest'anno, periodo durante il quale più di 6mila vittime hanno avuto almeno un colloquio di accoglienza nei i 49 centri antiviolenza della Lombardia. «E considerando che oltre il 40 per cento di coloro che si sono rivolte all'Osservatorio regionale antiviolenza sono disoccupate e senza una occupazione stabile, purtroppo sono ancora troppo poche le domande d'indennizzo» sottolinea il prefetto Luciana Lamorgese nell'introdurre il convegno Strumenti di prevenzione e di tutela per le donne vittime di violenza tenutosi ieri a Palazzo Diotti per approfondire le tematiche della tutela civile e penale delle vittime, quindi dei sistemi regionali di supporto che possano favorire l'autonomia economica delle donne vittime di violenza. Al centro del dibattito, moderato dalla direttrice del Soccorso violenza sessuale e domestica (Svsd) del Policlinico Alessandra Kustermann, infatti le modalità di accesso - dai più sconosciute al punto da essere diventate oggetto di scherno da parte del programma di Mediaset «Le Iene» - al Fondo nazionale dedicato alle vittime dei reati intenzionalmente violenti.

«Le richieste d'indennizzo non ci sono perché siamo noi stessi operatori del diritto, sovente, a non conoscere le modalità di accesso al fondo e quindi a non sottoporlo ai nostri assistiti- ha spiegato l'avvocato Silvia Belloni dell'Ordine degli Avvocati di Milano -. Per questo è fondamentale un'alleanza con la Prefettura per aprire una strada operativa che permetta all'avvocatura milanese di affrontare concretamente la faticosa procedura».

Mentre Fabio Roja, presidente della sezione autonoma misure di prevenzione del Tribunale di Milano ha parlato a lungo delle misure di prevenzione da adottare per le vittime e il procuratore aggiunto Letizia Mannella ha illustrato come si organizza la Procura per fronteggiare le violenze di genere, Vincenzo Prisco, commissario per il Coordinamento delle iniziative di solidarietà per le vittime dei reati di tipo mafioso e dei reati intenzionalmente violenti ha spiegato la sensibilità sul tema della Ue che, con la legge 167 del 2017 ha stanziato ben 40 milioni di euro, altri 11 milioni e 600mila euro di risorse a cui attingere per quest'anno e i due successivi, quindi 6 milioni e 500mila euro destinati esclusivamente agli orfani dei crimini domestici. «Ma in questo lasso di tempo abbiamo ricevuto appena 241 istanze di risarcimento di cui solo 164 vittime di maltrattamenti domestici da parte del partner.

E di queste, 63 erano richieste del decennio precedente».

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