Cronaca locale

«La Voloire deve restare a Milano»

Battaglia in Parlamento di Forza Italia, Pd, M5S, Area popolare e Lega contro il taglio del reggimento a cavallo

Una decisione «assurda, inopportuna e ingiusta». Il trasferimento del reggimento di artiglieria a cavallo Voloire non piace ai militari. E la decisione del Ministero scontenta tutti: sono cinque i partiti, Pd, Movimento 5 Stelle, Forza Italia, Area popolare e Lega, che hanno firmato interrogazioni parlamentari per chiedere spiegazioni. E un passo indietro.

Come ha sottolineato anche Riccardo De Corato, capogruppo di Fdi in Consiglio comunale, è anche una parte fondamentale dell'apparato di sicurezza cittadino: «La caserma Santa Barbara è diventata prima centro di controllo dei 350 militari impegnati in “Strade sicure”, e adesso dei 600 chiamati a vigilare su Expo». Inoltre «è stato impegnato anche in Libano e in Afghanistan, per compiti di carattere militare ma anche di sicurezza in aree urbane, protezione civile e assistenza alla popolazione», spiegano i militari. Anche l'assessore regionale alla Sicurezza Simona Bordonali si è recentemente schierata con le Voloire chiedendo «al ministro della Difesa Roberta Pinotti di riconsiderare la decisione di spostare» il reggimento. E anche il senatore leghista Gian Marco Centinaio, oltre ai colleghi Romani (Fi), Albertini, Formigoni e Rossi (Ap), «ha presentato – afferma Bordonali – un'interrogazione parlamentare: non possiamo permettere che nell'ottica della spending review, il capoluogo lombardo venga privato di tali risorse». «Con il cuore sono con loro – ha commentato l'ex sindaco Gabriele Albertini – ma certi segnali sembrano indicare che ormai la decisione sia irreversibile: l'onorevole Mauro, anche lui eletto a Milano, ha rifiutato di firmare il documento perché a suo tempo aveva deciso come ministro della Difesa questa razionalizzazione».

Perché il motivo principale del trasferimento sarebbe un risparmio, ma è una motivazione che non convince tutti: «Le Voloire sono una realtà ormai radicata a Milano e il loro impegno in Expo e nell'operazione “Strade sicure” evidenziano l'importanza di avere un reparto come questo nella metropoli – ha affermato Emanuela Corda, onorevole del M5S – noi riteniamo assurda la posizione del Governo in merito alla questione, proprio in un momento delicatissimo per la sicurezza dei cittadini, con le minacce terroristiche, e non solo, in aumento sarebbe un grave errore storico». E comunque, sembrano non esserci motivi logistici ed economici a sostegno della decisione dei palazzi romani: i luoghi adatti all'addestramento sono equidistanti sia da Milano che da Vercelli, mentre è solo la metropoli meneghina che può offrire una struttura come l'idroscalo per le esercitazioni anfibie.

E non finisce qui: se davvero si trasferissero i soldati, le casse pubbliche soffrirebbero un altro duro colpo: «Il costo mensile di un militare in sede è pari a 352 euro – specifica una nota dell'Associazione nazionale Voloire – quello di uno fuori sede è di 1227». Inoltre la caserma Santa Barbara ha una capacità di circa mille posti, mentre oggi il fabbisogno complessivo dei due reggimenti, Artiglieria e cavallo e Trasmissioni ora nella caserma Montello, è di circa 400 unità. Senza contare che ci sono altre strutture, tra quelle della Santa Barbara e altre, per le quali sono stati spesi 88 milioni di euro in restauri per Expo. E altre che verranno pronte presto e non rientrano nel piano di dismissione dell'Esercito.

Proprio la caserma Montello è infatti una delle cinque, le altre sono Carroccio, Mameli, Magenta, XXIV Maggio, della Difesa messe in vendita insieme alla Piazza D'Armi di via Forze Armate, di recente acquisita dal Comune, e ai magazzini Baggio.

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