Cronaca locale

Zone, raffica di delibere: "Via centri sociali abusivi"

No global e anarchici: occupazioni indisturbate Parte l'offensiva dei Municipi per liberare la città

Zone, raffica di delibere: "Via centri sociali abusivi"

Milano convive con l'abusivismo e i centri sociali sono protagonisti di questa piaga: fungono da «agenti immobiliari» (illegali ovviamente) ma sono anche direttamente interessati, lavorano «in proprio» insomma. I quartieri della città sono disseminati di occupazioni «politiche», ammantate cioè da pretesti ideologici, che spesso nascondono affari redditizi e per giunta sottratti a ogni controllo, fiscale o di sicurezza. La sostanza è che immobili anche pubblici, che potrebbero essere destinati a servizi o messi a reddito, finiscono in mano a pochi prepotenti, e divengono fonte oltretutto di disturbo, degrado, traffici e rumori molesti, col risultato che i cittadini onesti subiscono danno e beffa. Ma i municipi hanno cominciato a reagire, a denunciare, e a chiedere interventi. In Zona 5, tre giorni, fa è stata approvata una delibera su via Sant'Abbondio, dove uno stabile comunale è in mano al cosiddetto Zam. Il municipio chiede di rispettare la legge «perseguendo i reati e sporgendo denuncia-querela per occupazione abusiva». «Lo stabile, occupato dal 2014 - spiega il presidente di commissione Sicurezza Simone Enea Riccò - era precedentemente parte del Fondo Immobiliare Milano II. L'Amministrazione è tornata da poco proprietaria del bene dopo l'alienazione dal fondo e questo è stato un atto doveroso che avvia l'iter di restituzione alla cittadinanza dell'edificio». Vicino, in quel Gratosoglio che tanto avrebbe bisogno di presidi e spazi pubblici, salta agli occhi anche il Gta in via Lelio Basso, caso di cui il presidente del municipio Alessandro Bramati ha parlato direttamente al sindaco, nel giorno della giunta «itinerante» in via Saponaro: «L'edificio è pericolante, intervenite subito» la richiesta.

In Zona 2, «la situazione occupazioni è drammatica» per il presidente Samuele Piscina. Gli ex bagni di via Esterle, prima destinati a moschea, sono in mano ad anarchici e non solo. «Gli stessi individui che erano stati sgomberati da via Fortezza -spiega - Sono mesi che chiediamo all'assessore (comunale, ndr) Rozza di sgomberare lo stabile di proprietà comunale e di affidarlo finalmente al Municipio per trasferirci il Centro di aggregazione giovanile». Qui il caso più noto è ovviamente quello del Leoncavallo di via Watteau. Il Comune vuole regolarizzare, Piscina attacca: «Il Leoncavallo - dice - è il simbolo storico delle occupazioni a Milano, ricordiamo che i ricavi ammontano a circa 630mila euro l'anno senza che abbiano mai pagato un affitto o le tasse delle quali sono vessate tutte le normali attività commerciali. Il pensiero del Municipio va ai cittadini di Greco che da troppo tempo subiscono». Piscina riferisce inoltre di problemi persistenti in via De Transiti, dove il «T28» avrebbe sanato la sua posizione dal punto di vista giuridico. «C'è infine un'occupazione che sta prendendo piede nelle ultime settimane a Pasteur che sta causando non pochi problemi di sicurezza ai cittadini del quartiere» conclude.

In Zona 4 almeno tre casi si segnalano. Uno riguarda il famigerato Lambretta che a febbraio da via Apollodoro si è spostato in una ex sala Bingo di via Val Bogna. L'occupazione è stata prontamente segnalata a tutti, allora, dal presidente Paolo Bassi. A maggio la vicepresidente del Consiglio Rosa Pozzani ha scritto all'assessorato alla Sicurezza del Comune ricevendo una risposta che indicava nella questura il soggetto competente. Contatti col municipio ci sono stati pochi mesi fa e da poco è stata approvata una delibera che chiede lo sgombero. Si attendono novità. «Intanto - dice il presidente di commissione Sicurezza Francesco Rocca - A2A ha tentato di tagliare la luce ma gli attivisti non lo hanno permesso. La situazione sta precipitando, siamo in pieno centro abitato e i residenti sono esasperati». Altro caso eclatante è Macao, che da 5 anni occupa beato gli ex macelli di via Molise. Due settimane fa è stato approvato un documento delle commissioni che chiede di restituire l'immobile a Sogemi. Il Comune parrebbe intenzionato a negoziare ma Bassi ha dato l'altolà: «Che vada a trattare con chi si è riempito le tasche alle spalle dei residenti assomiglia a un condono». Terzo caso la Rosa nera di piazzale Gabrio Rosa. Intanto, con un'altra delibera, la giunta è tornata a occuparsi dello stabile (privato) abbandonato di via Sile, dove trovano rifugio sbandati e abusivi «non politici».

In Zona 7, quella in cui imperversano il Cantiere e lo Spazio Micene, il presidente Marco Bestetti, ha scritto a prefetto, questore e Comune per denunciare l'occupazione del centro sportivo comunale di via Fratelli Zoia 181, «occupato illegalmente dal 6 ottobre 2016 da parte del centro sociale Soy Mendel, già responsabile delle occupazioni abusive di un immobile privato in via Cancano e di un immobile pubblico in via Don Gervasini». «La cosa grave - osserva il presidente - è che c'è un concessionario regolare che non può svolgere le attività sportive e sociali per i ragazzi. Oltre al danno, la beffa».

In Zona 9, dura da 20 anni l'incredibile ingiustizia di Villa Vegan, in via Litta Modignani, dove una bella palazzina comunale è occupata, con tanto di catene, dagli anarchici.

L'assessore alla Sicurezza, Andrea Pellegrini, ha segnalato al Comune questo e - di recente - anche l'occupazione dei Pirati in via Cozzi da parte del gruppo Pirata riot club».

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