Cronaca locale

«Milanoflamencofestival», tre giorni a ritmi andalusi

Soffia aria andalusa su Milano con i baile più famosi del flamenco. Si spengono le luci, tacciono le voci e di sera in sera si sogna il ritmo gitano con l' edizione numero tre della rassegna Milanoflamencofestival, in cartellone al Teatro Out Off da oggo a mercoledì 14 luglio (per informazioni Associazione Punto Flamenco, telefono 3398955996).
Tutto quanto fa flamenco e dunque, dopo un preludio di mostre fotografiche e pittoriche, di proiezioni e conferenze a tema che in questi giorni hanno infuocato la passione per la celebre danza iberica, lunedì si comincia a ballare. Tre spettacoli per raccontare tutti i colori del flamenco (sempre alle ore 21.30, ingresso 25 euro), a partire dal primo, quando i riflettori si accenderanno sulla compagnia della fantasiosa e pluripremiata ballerina sivigliana Rafaela Carrasco, a Milano con l'anteprima mondiale di 150 gramos de pensamientos, ovvero: come trasformare il flamenco in una ricetta gastronomica. «L'idea dello spettacolo è proprio centrata sulla somiglianza tra la creazione di una ricetta culinaria e l'ideazione di uno spettacolo di danza che dev'essere anch'esso degustato e assaporato dal pubblico, ingrediente per ingrediente», spiega la celebre ballerina. Un flamenco che, nell'immaginazione della Carrasco, dev'essere dolce come la panna montata, aspro come i limoni, aggregante come la colla di pesce e fondersi così in un artistico piatto prelibato.
Dopo questo atteso e inconsueto flamenco «gastronomico» si insegue il ritmo anche nel secondo appuntamento del festival, che ha il patrocinio e il contributo del Comune di Milano e del Consolato Generale di Spagna, con il magnetico ed elegante Carlos Carbonell (nella vita fa anche il modello) che nella prima mondiale del suo 8 codigos, ripercorre danzando l'intenso viaggio dalle origini del flamenco alle sue evoluzioni coreografiche contemporanee.
Gran finale mercoledì con gli ultimi passi di ballo gitano di questa esclusiva vetrina del flamenco internazionale proposti dalla compagnia della danzatrice Pepa Molina, formatasi nelle cuevas di Granada, che in Ni aquì, ni allì racconta una storia di emigrazione in un emozionante gioco che scivola dal passato al presente.

Ma poiché non si vive di solo balletto, ogni sera per chi lo vorrà, nel bistrot Le Quinte del Teatro Out Off cena flamenca e tapas a volontà.

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