Roma

Mille anni di Roma attraverso una famiglia

Un ritratto inedito della Città Eterna, rivisitata attraverso la storia millenaria di una delle famiglie che, nei secoli, dal Medio Evo fino ai giorni nostri, hanno più contribuito a farne una culla della civiltà. Questo è il significato, in estrema sintesi, di «I Ruspoli. Mille Anni a Roma»: duecento pagine, corredate da foto d’epoca, che ripercorrono, in un susseguirsi di emozioni, una miriade di episodi storici, mettendo in evidenza i singoli protagonisti di un mondo per molti versi sparito, come quello della Principessa Marianita (1873-1971), effigiato emblematicamente in copertina. Mecenati, artisti, eroi, santi, condottieri, banchieri, porporati, militari: la «dinastia» dei Ruspoli, su cui eccelle Santa Giacinta, la francescana icona degli emarginati, non si è fatta mancare nulla, dando prestigio alla città. Alla presentazione del volume - scritto da Fabrizio Sarazani, aggiornato da Fulvio Stinchelli e pubblicato dall’editore Lucarini - avvenuta ieri nella Sala Protomoteca del Campidoglio, hanno presenziato il Cardinale Paul Poupard e il vicesindaco di Roma Mauro Cutrufo. Partendo dall’assunto dell’autore che «tutta la storia, e non soltanto nazionale, è storia di famiglie», attorno al tavolo dei relatori si sono avvicendati numerosi ospiti e testimoni della vita culturale della Città: a partire dal nostro giornalista e scrittore Marcello Veneziani, al presidente della Fondazione Roma, Emmanuele Emanuele, a rappresentanze ecclesiastiche, diplomatiche e militari tra cui gli ambasciatori della Federazione Russa, del Portogallo e del principato di Monaco. Attraverso le varie testimonianze, si è delineato l’affresco di una «famiglia che nel fluire dei secoli è diventata romana», a riprova del concetto, caro a Fulvio Stinchelli, che «romani non si nasce, si diventa», fino a dare alla Capitale, intorno alla metà dell’Ottocento, un sindaco, Emanuele Ruspoli. Di discendenza cardinalizia, i Ruspoli - che dopo la presa di Porta Pia da parte dei Savoia chiusero in segno di lutto i portoni dei loro palazzi e li riaprirono solo nel 1929 alla data del concordato - sono una delle famiglie più importanti della cosiddetta «nobiltà nera», che, prendendo spunto dal colore dell’abito talare, simboleggia l’aristocrazia legata al Papa. Tanto è vero che la bandiera pontificia, giallo-bianca con le Sacre chiavi, è tuttora conservata in casa, sforacchiata dai proiettili dei bersaglieri. La storia dei Ruspoli con la Città Eterna inizia con il capostipite della dinastia, Mario Lo Scoto, originario della Scozia che, nella primavera del 799, calò a Roma con le sue truppe per salvare Papa Leone III da un gruppo di facinorosi. Fino ad arrivare ai giorni nostri con Don Sforza Ruspoli, consigliere comunale e candidato sindaco nel 1997, grazie al quale è stata creata la casa Santa Giacinta, che accoglie anziani senza fissa dimora in via Casilina.

Il legame con Roma è attualmente mantenuto dalla proprietà di Palazzo Ruspoli, in piazza Fontanella Borghese.

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