Economia

Milleproroghe, dal Cdm fiducia a Montecitorio Un maxiemendamento per uscire dall'impasse

Autorizzata la fiducia alla Camera sul Milleproroghe nel caso in cui si decidesse di presentare un maxiemendamento del governo per correggere i punti su cui si sono appuntati i rilievi del Quirinale

Milleproroghe, dal Cdm fiducia a Montecitorio 
 Un maxiemendamento per uscire dall'impasse

Roma - Il Consiglio dei ministri ha autorizzato la questione di fiducia alla Camera sul decreto Milleproroghe, nel caso in cui si decidesse di presentare un maxiemendamento del governo per correggere i punti su cui si sono appuntati i rilievi del Quirinale.

Stand by nelle commissioni Impasse nelle commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera sulle modifiche al Milleproroghe. Il comitato dei 18 delle due commissioni ha deciso di non decidere e ha rinviato la palla al governo: deve essere l’esecutivo a prendersi la paternità delle correzioni al testo annunciate dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. A chiederlo le opposizioni quando in comitato dei 18 si sono visti sottoporre degli emendamenti, a firma delle commissioni, che andavano nella direzioni dei punti indicati da Tremonti (più una piccola modifica alla norma sull’anatocismo).

L'opposizione scarica sul goevrno La maggioranza ha preso atto e la riunione che avrebbe dovuto "ratificare" le novità si è conclusa con un nulla di fatto. "Abbiamo convenuto - ha spiegato il piddì Pier Paolo Baretta - che le proposte del governo aiutano ma non sono sufficienti a risolvere i problemi di costituzionalità sollevati dal Capo dello Stato". Per il centrista Pierluigi Mantini, "questi emendamenti devono essere presentati dal governo perché il governo ha creato il pasticcio e non può ora coinvolgere le commissioni" tra l’altro su un testo che le commissioni "non hanno votato né dato il mandato al relatore". Mantini tuttavia, interpellato sulla possibilità che le opposizioni mettano in atto un ostruzionismo, ha risposto che "ci riserviamo facendoci carico di quanto detto dal Presidente e cioè che il decreto va convertito nei termini".

Gli emendamenti che erano arrivati nel comitato dei 18 delle commissioni contenevano la soppressione delle misure elencate da Tremonti, una riscrittura delle norme sulle demolizioni in Campania e il ripristino del divieto di incrocio fra stampa e televisione limitata a fine 2011.

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