Cronache

Moda uomo: torna gilet e doppiopetto, rivoluzione per tight e smoking

Sfilata a Roma di 100 modelli dell'Accademia nazionale dei Sartori. «Trionfa il vintage, con la riscoperta dei pantaloni da uomo a zampa di elefante e di tessuti dimenticati», dice il maestro Ilario Piscioneri. Santi Macchia vince il concorso «Forbici d'oro». Il Premio «Vita da Sarto» a Vito Panetta.

Perchè non abbinare una giacca spigata a un pantalone gessato? L'uomo elegante può farlo. Può anche permettersi di rivoluzionare il tight con un gilet dalle tonalità inedite o lo smoking, scegliendo un petto nero o blu notte o una giacca azzurra o grigio perla.
I migliori sarti italiani propongono la novità nell'abito da sera, celebrano il ritorno del gilet e del doppiopetto, recuperano tessuti dimenticati e lanciano fantasie inedite.
L'Accademia Nazionale dei Sartori, che dal 1575 tutela e tramanda la tradizione di quest'arte nel campo della moda, presenta in una sfilata romana di 100 modelli tutte le idee con le quali la classicità assume un look più spavaldo e glamour.
In passerella trionfa il bianco, colore non colore più versatile, con accostamenti mai scontati. Anche il beige non tramonta e sperimenta abbinamenti gessati all'avorio.
E lo spezzato ha un ruolo da protagonista. Ecco i pantaloni verde chiaro o a quadri sotto giacche azzurre o celeste, quelli in classico lino bianco con giacche color avorio, quelli grigio chiaro abbinati a giacche nocciola chiaro.
Nella serata, presentata dal giornalista Attilio Romita e dalla concorrente di «Ballando con le stelle» Claudia Andreatti, viene premiato il vincitore del Concorso nazionale «Forbici d'Oro Nazareno Fonticoli». Tra dieci sarti che presentano un vestito in tessuto Principe di Galles il prescelto è un siciliano, Santi Macchia.
Il Premio «Vita da Sarto» va, invece, a un ex-presidente dell'Accademia: Vito Panetta. «Ho dedicato - dice, commosso - tutta la vita all'arte sartoriale e lo rifarei».
Lo spazio della comicità ha come protagonista Gabriella Germani, con le imitazioni che l'hanno resa popolare nei panni di Mara Venier, Monica Bellucci, Barbara Palombelli, Manuela Arcuri.
In programma anche un defilè dedicato agli Accademici junior, i giovani sarti che portano avanti la tradizione artigianale.
Per l'inverno in passerella ci sono tante fantasie scozzesi e tartan con colori chiari, come l'azzurro e il verde, ma anche il bordeaux e il celeste con pantaloni a quadri e finestrati.
Il soprabito estivo e il cappotto cambiano faccia: la tinta unita cede il passo a fantasie colorate.
«Abbiamo cambiato il vecchio modo di fare sartoria - spiega Ilario Piscioneri, maestro sarto dell'Accademia dei Sartori - . Abbiamo dato una luce nuova, con fantasie e abbinamenti di colori sorprendenti, che stanno già riscuotendo interesse e consensi. E poi c'è un trionfo del vintage, con la riscoperta dei pantaloni da uomo a zampa di elefante e di tessuti dimenticati».
Per il maestro Ilario, l'eleganza « è un biglietto da visita, un rituale quotidiano che crea dipendenza e può diventare una piccola ossessione».
Ci tiene, Piscioneri, a smentire luoghi comuni come quello sul doppiopetto che ingrossa, mentre semplicemente «rende un uomo elegante».
Non solo sartorialità maschile nella sfilata romana.
Per la donna, l'Accademia propone vestiti e tailleur coloratissimi in tinte pastello, in omaggio alla primavera.
La tavolozza ha quindici, venti colori diversi, dal porcellana al fucsia, dal verde al giallo, dall'arancio al pervinca, che si mescolano in un elegante gioco di sfumature.
Tra i tessuti leggeri prevale l'organza, mentre il cachemire domina la collezione autunno-inverno con i cappotti in cui spicca il rosso.
Infine, gli abiti da sposa esclusivi realizzati dai maestri sarti e gli abiti da sera raffinati, in classico nero con ricami tinta su tinta.
L'Accademia dei Sartori è la più antica associazione italiana nel settore dell'abbigliamento e vi fanno riferimento le più qualificate firme della sartoria «su misura».
«Qualche anno fa - dice il presidente, Mario Napolitano - tutti volevano lavorare nella moda come stilisti o indossatori. Poi, piano piano, sono stati reclutati tanti sarti.

L'Accademia punta sul loro lavoro da oltre mezzo secolo».

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