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Per molti Reds Atene è un sogno Biglietti dati con i punti fedeltà

Dissapori col ministro: in Grecia la polizia minaccia pochi agenti allo stadio

Per molti Reds Atene è un sogno Biglietti dati con i punti fedeltà

nostro inviato a Liverpool
La chiamano astensione solo perché sciopero è termine bandito e pratica proibita al loro settore. Ma quello che la polizia greca minaccia di mettere in piedi per mercoledì ad Atene agita i sonni dell’Uefa. Non mollano i poliziotti, nell’ultimo periodo gli attentati anarchici hanno minacciato diversi commissariati della capitale e il ministro degli Interni ha reagito solo a parole. «Troppo poco – dice il sindacato degli agenti – per sentirci sicuri». Serviva un gesto forte allora, e che cosa c’è di meglio che diminuire le presenze mentre 45mila inglesi e quasi 20mila italiani si incroceranno sopra, sotto e dentro l’Acropoli? (il 23 sono previsti ad Atene 800 voli, uno ogni 2 minuti). «Vi capisco, ma cambiate data», ha implorato il ministro. Loro non ne vogliono sapere e hanno concesso un’ultima chance al governo fissando un vertice per martedì. «Credo che alla fine troveranno un accordo», dice Dave Lewis, sovrintendente capo della Mersey Police, la polizia di Liverpool. Dal 1999 è lui che gestisce la sezione calcio: era a Istanbul nel 2005, è stato due volte a Roma, e non ha un ottimo ricordo, e una volta a Torino per tenere d’occhio i supporter dei Reds. Sarà anche ad Atene, dove guiderà una squadra speciale di undici persone, agenti in borghese, pronti a offrire il loro sostegno operativo e investigativo ai colleghi greci. Un vertice il 4 maggio in Grecia, c’era anche una delegazione italiana, un altro lunedì per gli ultimi particolari. «Mantenere l’ordine pubblico sarà un problema dei greci, per questo alla fine troveranno un accordo».
Biglietti falsi sul web, agenzie che offrono pacchetti fantasma: i giornali inglesi traboccano di denunce di tifosi caduti nelle trappole di internet. Pare che su eBay mister Ryan Eastwood abbia preso un fregatura facendo poco onore al suo cognome da duro. Da chi? Ma ovviamente, per gli inglesi, da un italiano che si è fatto mandare un vaglia da 460 sterline in cambio di una solenne pernacchia. Scherzi a parte, la colonia inglese in partenza si ingrossa giorno dopo giorno. Quarantamila è la cifra che fa paura, 25mila quella stimata da Lewis: «Settemila saranno senza biglietto e della finale respireranno solo l’aria. Ma non possiamo certo impedire loro di andare ad Atene». Anche perché le agenzie di viaggio ci marciano mica da ridere. Quella diretta da John Hill ha organizzato due charter da 350 posti: 499 sterline per volo, trasferimento allo stadio e ritorno. Optional? Il ticket per la partita. Ancora Lewis: «A Istanbul ci fu un unico grande problema, la compravendita dei biglietti fece saltare la divisione dei tifosi nello stadio, ad Atene non andrà così. E comunque tra i supporter di Liverpool e Milan i rapporti sono ottimi, l’incontro non è tra quelli ad alto rischio». La polizia della Mersey ha un solo grande obiettivo: bloccare i tifosi banned, quelli cui lo stadio è vietato perché già colpevoli di reati. «Nessuno di loro arriverà ad Atene».
Il Liverpool, come il Milan, ha trasformato i tagliandi in premi fedeltà. Una specie di patente a punti del buon tifoso. Si parte dall’abbonamento al campionato che dà la prelazione sulle partite di Champions. Ogni incontro vale un punto, la trasferta tre, sei punti sono il massimo (sempre presenti ad Anfield): si entra nell’anticamera della biglietteria prima degli altri. Un meccanismo che dovrebbe fare solo figli e non figliastri, ma che lascia a casa qualche scontento. Ad Atene, per esempio, non ci sarà uno dei simboli della kop, il bandierone srotolato prima di ogni partita con i trofei dei Reds e le facce dei manager storici: il suo proprietario, Frank Graceffa, un italo-inglese, («half-scouser, half sicilian», scrivono qui) rimarrà a casa – dice lui – nonostante in famiglia abbiano timbrato ben cinque volte il cartellino europeo.

«E su altri 33 che conosco, solo in tre hanno trovato il biglietto per la partita». Frank Graceffa: come hanno potuto fare fesso uno con questo nome?

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