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17 morti nelle violenze a Gaza. "Israele è uno Stato terrorista"

Mentre sale il bilancio delle vittime, Erdogan se la prende con l'esercito israeliano

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Sono le stesse parole che aveva usato dopo l'annuncio dello spostamento a Gerusalemme dell'ambasciata degli Stati Uniti quelle che tornano a tuonare per bocca di Recep Tayyip Erdogan, che con diciassette vittime confermate nelle manifestazioni al confine con Gaza, accusa di nuovo il premier Benjamin Netanyahu.

Un "attacco disumano" da parte di "un terrorista". Così il presidente turco mette sotto accusa Israele, che con dinamiche già viste liquida le sue parole chiarendo di non accettare "lezioni da chi massacra civili ad Afrin", riferendosi all'operazione lanciata dalla Turchia nel nord della Siria contro le milizie curde vicine al Pkk.

Netanyahu definisce quello israeliano "l’esercito più morale al mondo" e così mette a tacere la condanna da parte di Erdogan, ma sono intanto diciassette i palestinesi uccisi dai militari, intervenuti in rispostaalle manifestazioni iniziate nel Giorno della terra e che si protrarranno per settimane, fino al ricordo della Naqba, "la disfatta" che gli arabi ricordano all'indomani dell'anniversario della fondazione di Israele.

Un uomo di 29 anni, Faris al-Raqib, è morto per le ferite riportate, dopo essere stato colpito allo stomaco a Khan Yunis, nella zona meridionale della Striscia di Gaza.

Ancora ieri tre palestinesi erano rimasti feriti dai proiettili esplosi dalle forze di sicurezza tra Jabalia e il quartiere di al-Zaytoon, a Gaza City.

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