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In fuga da Londra, Roman Abramovich va a vivere in ​Israele

Il patron del Chelsea sarebbe atterrato nel paese questa mattina e avrebbe già ottenuto la cittadinanza

In fuga da Londra, Roman Abramovich va a vivere in ​Israele

L'oligarca russo Roman Abramovich sarebbe emigrato in Israele dove questa mattina avrebbe già ricevuto la cittadinanza. Dopo le indiscrezioni del quotidiano Israel Hayom, che già giovedì dava Abramovich in procinto di abbandonare Mosca, dove si era rifugiato dopo che era stato costretto a lasciare il Regno Unito, oggi il Times of Israel conferma che il patron del Chelsea è atterrato questa mattina all'aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv. Qui avrebbe immediatamente ricevuto la cittadinanza e la carta d'identità dal ministero dell'Interno secondo la cosiddetta "Legge del ritorno", che consente a qualunque individuo di religione ebraica, intenzionato a vivere in Israele, di poterne diventare cittadino su semplice richiesta.

Secondo quanto dichiarato all'emittente Channel 10 da un portavoce di Nativ, l'agenzia governativa israeliana che mantiene i rapporti con gli ebrei residenti nei paesi dell'ex blocco sovietico: "Roman Abramovich si è presentato all'ambasciata di Israele a Mosca, come chiunque altro, e ha chiesto il permesso di immigrare in Israele. I documenti sono stati esaminati sulla base della Legge del ritorno ed egli ha quindi ricevuto l'autorizzazione a ricevere lo status di immigrato in Israele". Con questa mossa Abramovich, che secondo la stampa britannica possiede un patrimonio stimato di 12,5 miliardi di dollari, è anche diventato automaticamente la persona più ricca d'Israele. Stando alla legge del Paese, inoltre, in quanto neocittadino non sarà tenuto a pagare le tasse sui redditi di provenienza estera per un periodo di dieci anni.

Il trasferimento in Israele è solo l'ultimo capitolo della vicenda iniziata la scorsa settimana, quando il Foreign Office britannico, dopo aver temporeggiato per oltre un mese, ha rifiutato di rinnovare il passaporto costringendolo ad andarsene, e che si inserisce nel contesto della recente crisi diplomatica tra Russia e Regno Unito causata dall'avvelenamento dell'ex agente segreto Sergej Skripal e della figlia, per il quale il governo britannico attribuisce ogni responsabilità interamente al Cremlino.

Il caso di Abramovich - il quale pagherebbe la sua nota vicinanza a Vladimir Putin - farebbe quindi parte delle numerose espulsioni di diplomatici e personalità russe avvenute nelle ultime settimane, definite come "atto ostile" dal portavoce del governo russo Dmitry Peskov.

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