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Un altro atleta olimpico nei guai: arrestato con l'accusa di stupro

Il portabandiera della Namibia è stato arrestato dalla polizia brasiliana per tentata violenza sessuale su una dipendente del villaggio olimpico

Un altro atleta olimpico nei guai: arrestato con l'accusa di stupro

Un secondo atleta olimpico è stato arrestato dalla polizia brasiliana a Rio de Janeiro con l'accusa di aver tentato di violentare una cameriera nel villaggio olimpico. Le autorità locali hanno informato che nella notte di domenica il pugile della Namibia Jonas Junias, 22 anni, avrebbe baciato a forza una dipendente del villaggio, offrendole in seguito del denaro per fare sesso con lui.

La vittima si sarebbe recata dalla polizia denunciando Junias, il quale sarebbe stato arrestato poco dopo e portato al 42° commissariato di polizia. L’atleta verrà presto trasferito al penitenziario di Bangu, dove sono rinchiusi i peggiori narcos e banditi di Rio de Janeiro. Probabilmente il namibiano verrà tenuto agli arresti per 15 giorni, così come previsto dalla legge brasiliana nel caso di stranieri senza fissa dimora nel paese sudamericano. I portavoce delle Olimpiadi hanno fatto sapere che l'organizzazione è a conoscenza del caso e che collaborerà con le indagini della polizia "per quanto necessario".

Junias è uno dei migliori atleti namibiani e per questo è stato scelto per essere il portabandiera della Namibia alla cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici, lo scorso venerdì. Il boxer compete nella categoria pesi medi per gli atleti fino a 64 kg, e dovrebbe salire sul ring questo giovedì per affrontare il francese Hassan Amzile. Non è stato specificato se verrà rilasciato in tempo per partecipare alla gara.

Secondo l’Ambasciata della Namibia in Brasile, il Ministero degli Esteri del paese africano pubblicherà a breve un comunicato ufficiale sul caso.

Lo scorso sabato un altro pugile, il marocchino Hassan Saada, 22 anni, ha perso un incontro per W.O. perché ancora agli arresti con l’accusa di tentato stupro di due cameriere del villaggio olimpico. Saada avrebbe aggredito le donne, palpandole e offrendo loro del denaro per fare sesso.

Durante l’interrogatorio di garanzia, il marocchino avrebbe negato le accuse, dichiarando di non aver commesso alcun crimine e affermando che “è molto popolare nel suo paese” e che è “abituato ad avere a che fare con i fan più insistenti”.

La legislazione brasiliana considera stupro, oltre al rapporto sessuale competo, anche atti sessuali o libidinosi.

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