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Un anno dopo il golpe, Erdogan "Taglieremo la testa ai traditori"

Un anno dopo il tentato golpe in Turchia le ferite tra le pieghe del Paese non si sono sanate. Erdogan evoca la pena di morte

Un anno dopo il golpe, Erdogan "Taglieremo la testa ai traditori"

Un anno dopo il tentato golpe in Turchia le ferite tra le pieghe del Paese non si sono sanate. Erdogan, sempre più leader indiscusso del Bosforo non ha ancora chiuso i conti con quelli che definisce "traditori". Il presidente turco ha ribadito il suo sì alla reintroduzione pena di morte che è ancora in discussione in Parlamento. E lo fa mettendo nel mirino tutti detenuti arrestati subito dopo il golpe fallito: "Taglieremo le teste dei traditori. Prima di tutto taglieremo la testa dei traditori" ha dichiarato Erdogan innescando le grida di giubilo delle decine di migliaia di persone che hanno assistito al suo intervento sul ponte del Bosforo. Erdogan ha quindi ribadito che "firmerà", se il Parlamento la dovesse approvare, qualsiasi legge che reinstaurasse la pena capitale, abolita nel 2004, per accelerare il diaologo per l'entrata nell’Ue. Ue da cui Erdogan ha ormai allontanato sempre più Ankara. Altra minaccia del presidente turco, accolta dal plauso degli astanti, quella di far indossare ai sospetti coinvolti nel fallito golpe dello scorso anno "delle uniformi come (le tute arancioni) dei prigionieri di Guantanamo (il famigerato campo di detenzione Usa nell’enclave cubana, ndr) quando debbono apparire nei tribunali per i processi". Erdogan dice di averlo proposto al premier. La partita interna alla Turchia dunque non è ancora finita.

E le sue conseguenze potrebbero toccare da vicino anche l'Europa.

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