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Argentina, Nisman voleva l'arresto della Kirchner

Il procuratore trovato morto lo scorso 18 gennaio, era pronto a chiedere l’arresto della presidente argentina. La bozza del mandato pubblicata dal Clarin

Il giudice Nisman e Cristina KIrchner
Il giudice Nisman e Cristina KIrchner

Si tinge ancor più di giallo il "caso Alberto Nisman", il procuratore argentino trovato morto lo scorso 18 gennaio. Era pronto a chiedere l’arresto della presidente Cristina Fernandez de Kirchner, accusata di aver negoziato con l’Iran l'impunità di alcuni dirigenti coinvolti nell’attentato contro l'associazione ebraica Amia del 1994. Lo riporta il quotidiano Clarins che pubblica gli estratti del documento ritrovato in un cestino del suo appartamento. La procuratrice Viviana Fein, responsabile dell’inchiesta sul decesso del giudice, ha ammesso che il documento "esiste ed è stato incluso nel dossier della causa". Ha così rettificato quanto aveva dichiarato nei giorni scorsi, negandone l'esistenza.

Nisman aveva poi deciso di escludere tale richiesta nell’accusa che intendeva presentare al Parlamento a Buenos Aires, durante un’audizione in programma qualche ora dopo la sua morte, scegliendo evidentemente - precisano i media - di farsi avanti con accuse più "morbide". Il tema del testo con la richiesta di arresto sia contro la presidente sia contro il ministro degli esteri Hector Timerman è sotto i riflettori dei media a Buenos Aires, nel contesto di un caso, quello appunto della morte di Nisman, che cresce e si complica di giorno in giorno.

Il documento pubblicato da Clarin è la bozza che il pm scrisse nel giugno del 2014, testo nel quale si fa appunto riferimento all’eventualità dell’arresto della presidente. In merito alla polemica per la retromarcia della Fein, la procuratrice ha precisato alla stampa che non sta "subendo alcun tipo di pressione, né da parte del governo né da nessuno. Sono indipendente e il giorno che subirò qualche pressione - ha puntualizzato - sarò la prima a dirlo".

La vicenda Nisman rimane in prima pagina sui media argentini anche su un altro fronte. Ieri, il capo gabinetto della presidenza, Jorge Capitanich, durante una conferenza stampa aveva distrutto due pagine nelle quali Clarin faceva riferimento al caso, precisando che il quotidiano pubblica "spazzature e bugie".

Alcuni settori dell’opposizione hanno chiesto in queste ore le dimissioni di Capitanich, considerando "violento" il suo comportamento.

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