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"Attacco pronto da un anno" Il piano di morte di Monaco

L'attentatore non ha scelto le vittime ma programmava la strage da tempo. Pistola acquistata su internet

"Attacco pronto da un anno" Il piano di morte di Monaco

Il killer 18enne che ha ammazzato 9 persone venerdì scorso in un centro commerciale di Monaco, stava progettando il massacro da un anno. Lo ha riferito il capo della polizia bavarese Robert Heimberger in una conferenza stampa. Un altro dettaglio emerso è che sicuramente l’attentatore non aveva specificatamente scelto le sue vittime, e ha sparato quindi a casaccio. Ed emergono nuovi particolari anche sull'arma usata durante la strage. Il 18enne killer di Monaco ha acquistato la pistola semi-automatica che ha usato per uccidere nove persone in nero sul web e ha fatto ricerche approfondite sulle fucilazioni di massa. Lo ha riferito il ministro degli interni della Baviera Joachim Herrmann all'emittente B24. Nel computer dell'adolescente, ha spiegato Herrmann, è stata trovata una copia del manifesto diffuso da Anders Breivik prima della strage di Utoya e Oslo e "negli ultimi due anni" ha viaggiato nella città tedesca di Winnenden, teatro di una sparatoria in una scuola nel 2009. Il killer era in cura psichiatrica per ansia e depressione, e in casa aveva farmaci che tuttavia non è noto se stesse assumendo. Le autorità hanno confermato che non è stata rilevata "nessuna motivazione politica" e che il killer non ha scelto le sue vittime, né sulla base della nazionalità, né per qualsiasi altro motivo. Inoltre il 18enne giocava regolarmente a Counter-Strike, un videogioco sparatutto in prima persona fortemente associato con gli autori dello uccisioni di massa.

Sul fronte delle indagini spunta l'appoggio anche di Facebook: "I nostri pensieri sono rivolti a tutti coloro che sono stati colpiti dal terribile attacco a Monaco venerdì. Stiamo lavorando a stretto contatto con le forze dell'ordine tedesche per contribuire alle loro indagini". Sul social network Ali Somboly avrebbe pubblicato un falso annuncio per far riunire più persone possibile in un McDonald's della città bavarese, luogo da dove è partita la strage.

Infine un retroscena, il padre di Alì riconobbe il figlio nei primi video circolati su internet e avvertì la polizia.

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