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Austria, ricorso sul voto: i racconti degli scrutatori

I conti non tornano nel voto delle presidenziali in Austria di maggio: le testimonianze degli scrutatori

Austria, ricorso sul voto: i racconti degli scrutatori

Conti che non tornano, schede dall'estero aperte in anticipo o annullate, spoglio fatto in fretta e furia. Sarebbe questo il racconto degli scrutatori austriaci in udienza per il processo scaturito dal ricorso presentato dai populisti della Fpöper annullare il voto del 22 maggio scorso. Da un seggio in provincia di Vienna uno scrutatore ha raccontato che i conti non tornavano, che mancavano all'appello tre schede, ma che i colleghi si sarebbero rifiutati di ricontarle: "Erano sfiniti e volevano andare in pausa pranzo". Le schede sono state annullate. A un giudice incredulo è scappato: "E certo, bisognava andare in pausa pranzo!". Come racconta Repubblica, la situazione appare abbastanza paradossale. I racconti lasciano spazio al sospetto di presunti brogli durante le fasi dello spoglio. Tre scrutatrici infatti hanno aperto 1500 buste delle 9523 arrivate prima delle 9 di lunedì mattina - vietato, in teoria - e hanno giustificato la decisione con le esortazioni arrivate direttamente dal ministero di fare in fretta. Un responsabile ha raccontato "mi hanno detto che il ministro dell'Interno voleva annunciare il risultato".

Uno dei giudici ha avuto perplessità anche sulla modalità di apertura delle buste, così ha chiesto ad un presidente di seggio: "Quando la busta è aperta è possibile estrarre la scheda e rimetterla dentro?". L'addetto alle operazioni di scrutinio ha risposto così: "È possibile, ma improbabile.

La nostra macchina che apre le buste non taglia neanche bene, però insomma poi vede se qualcuno ci ha infilato una mano dentro".

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