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Bahrein, Hezbollah condanna la repressione dei manifestanti sciiti

Il movimento di resistenza libanese: "Dopo le rassicurazioni ricevute da Donald Trump, il re del Bahrein ha deciso di ignorare tutti gli appelli delle personalità e delle forze politiche che difendono i diritti del popolo oppresso"

Il numero uno di Hezbollah Hassan Nasrhallah
Il numero uno di Hezbollah Hassan Nasrhallah

Il movimento di resistenza libanese Hezbollah ha condannato con forza la repressione delle manifestazioni in corso nel villaggio di Diraz, in Bahrein. Nella cittadina sciita vicino alla capitale Manama, infatti, la polizia ha aperto il fuoco per disperdere i manifestanti, uccidendone almeno cinque. "Dopo le rassicurazioni ricevute da Donald Trump, il re del Bahrein ha deciso di ignorare tutti gli appelli delle personalità e delle forze politiche che difendono i diritti del popolo oppresso", si legge in un comunicato di Hezbollah. "Così il re del Bahrein si è affrettato a inviare il suo esercito per disperdere i manifestanti", conclude la nota.

Il blitz della polizia

Nella notte tra il 23 e il 24 maggio, gli agenti della polizia della monarchia sunnita degli Al Khalifa hanno condotto un blitz per disperdere i manifestanti, seguaci del leader sciita Sheikh Issa Qassem, provocando la morte di cinque manifestanti. Come riporta l'agenzia Nova, "gli scontri e i morti di questa notte giungono dopo che ieri, 23 maggio, un manifestante è stato ucciso dalla polizia del Bahrein durante un'operazione condotta nello stesso villaggio di Diraz per disperdere una manifestazione in favore di Qassem. La continua repressione delle autorità sunnite di Manana contro la componente sciita del piccolo Stato isola giunge a pochi giorni dal patto del presidente Usa, Donald Trump, con i leader musulmani sunniti per sconfiggere il terrorismo".

Dalle primavere arabe, il Bahrein sta conducendo una dura repressione, soprattutto ai danni degli sciiti, nei confronti dei dissidenti, per i quali è prevista la corte marziale. Il primo caso documentato riguarda l'attivista Fadhel Radhi. Radhi è il primo civile ad essere processato dalla giustizia militare dopo che lo scorso 3 aprile re Hamad ha approvato l'emendamento costituzionale che consente ai tribunali militari di processare i civili.

La sospensione del maggiore partito sciita d'opposizione del Bahrein, al Wefaq, la revoca della cittadinanza alla guida spirituale sciita Sheikh Isa Qassim, unite alla crescente influenza dei Fratelli musulmani e delle correnti sunnite più estremiste, potrebbe riaccendere gli scontri tra sciiti e sunniti nel piccolo Stato-isola del Golfo, sede della Quinta flotta navale degli Stati Uniti. Dopo cinque anni di stallo, la monarchia sunnita del Bahrein non ha alcuna intenzione di includere l'opposizione sciita nei processi decisionali: anzi, la tendenza è quella di escludere gli oppositori di fede sciita dalla vita politica dell'isola. Una scelta che rischia di favorire le fazioni sunnite più estremiste.

Manama, inoltre, è sostenuta da Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, che da tempo hanno schierato forze di terra per aiutare il Bahrein a reprimere le rivolte.

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