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Obama obbligato a prendere una posizione sulla marijuana

La legalizzazione in Colorado preoccupa gli Stati confinanti, che temono la zona franca per lo spaccio. E le toghe chiedono alla Casa Bianca di pronunciarsi

Obama obbligato a prendere una posizione sulla marijuana

C'è una querelle in atto negli Stati Uniti che altro non è che una conseguenza diretta dello sdoganamento dell'utilizzo a scopo ricreativo della marijuana in Colorado. Da che lo Stato americano ha cambiato passo, è diventato l'epicentro di un'economia da cannabis fiorente, ma che preoccupa i vicini di casa.

Nebraska e Oklahoma, che con il Colorado condividono una frontiera, si sono rivolti alla Corte Suprema per capire se ci siano gli estremi perché a Denver facciano un passo indietro. Una "rogna transfrontaliera", così hanno definito la politica - ormai neppure tanto nuova - adottata, sottintendendo che rischia di creare una sorta di zona franca per spacciatori in transito verso Stati che sulla marijuana hanno idee differenti.

La Corte suprema ha deciso di coinvolgere sulla questione il governo federale. Una mossa che potrebbe costringere per la prima volta la Casa Bianca a prendere una posizione cristallina sulla questione.

La marijuana è, negli Stati Uniti, illegale. Ma sulla legislazione di quegli Stati che hanno deciso per una depenalizzazione, l'amministrazione Obama ha finora lasciato correre.

"Un totale disinteresse", per citare le parole dei legali che rappresentano lo Stato dell'Oklahoma, a cui ora si vuole porre rimedio.

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