Barcellona sotto attacco

Barcellona, un veneto: "Salvato da una telefonata a mia mamma"

Le drammatiche ore dell'attentato a Barcellona raccontate da una giornalista freelance che si è salvata rinchiudendosi in una libreria

Barcellona, un veneto: "Salvato da una telefonata a mia mamma"

"Ho visto per la prima volta cos’è il terrore.Io sto bene. Siamo chiusi dentro una libreria". Con questo tweet Marika Zorzi, giornalista freelance padovana, ex stagista al Corriere del Veneto, ha raccontato in diretta la sua paura per l'attacco terroristico che ha colpito Barcellona.

Marika si è salvata restando dentro quella libreria assieme ad altri giovani e ha documentato l'angoscia dei presenti postando alcune foto sui social."La gente ha cominciato a correre, c’era gente a terra, ci hanno spinti da un’altra parte, ci siamo chiusi dentro un negozio, non sappiamo ancora adesso se fosse vero che sparavano anche al mercato. Il ristorante turco era la via dietro la nostra, ce l’abbiamo fatta", ha detto il vicentino Federico Zotta.

Tra i testimoni dell’attentato c’era anche il venticinquenne padovano Julio Turria che si è trasferito a Barcellona due settimane fa con la fidanzata, Madalina Solomon, per frequentare un corso di lingua spagnola e ha seguito i soccorsi in diretta live su Facebook."Ero in piazza Catalunya, stavo camminando verso la Rambla ed ero al cellulare con mia mamma - racconta Julio al Corriere Veneto -. Mi sono fermato un attimo per mettere gli auricolari e avviare la chiamata, se non l’avessi fatto avrei rischiato di trovarmi lì proprio mentre passava il furgone e infatti poi mia mamma ha detto 'Ti ho salvato io' ". "All’inizio - prosegue il giovane - sono andato avanti, ho visto tanta gente che scappava, tanta gente a terra, una persona zoppicante e anche un po’ di sangue; i feriti venivano portati vicino alla metropolitana, dove sono arrivate le ambulanze. Poi è arrivato l’esercito e siamo stati allontanati". Julio spiega che inizialmente "non si capiva bene cosa fosse successo, pensavo che qualcuno si fosse sentito male, eravamo più curiosi che spaventati.

Poi la polizia ha preso i microfoni e ha detto che c’erano due terroristi in fuga, così ci siamo allontanati e ho raggiunto Madalina sotto il suo ufficio".

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