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Il Belgio come Trump: "Chiude i bimbi migranti nelle prigioni"

Proteste di cittadini e ong contro la pratica di detenere famiglie migranti con minori, a cui vengono riscontrati traumi psicologici

Il Belgio come Trump: "Chiude i bimbi migranti nelle prigioni"

Le immagini dei bimbi migranti in gabbia al confine fra Messico e Stati Uniti avevano scosso la coscienza del mondo, a giugno scorso. Persino Donald Trump il "duro" aveva dovuto fare marcia indietro e consentire che i minori non venissero separati dalle loro famiglie.

Ora un nuovo scandalo rischia di aprirsi in Belgio, dove fa discutere la decisione delle autorità di trattenere i migranti minorenni in una prigione nel Comune di Steenokkerzeel, alla periferia della capitale Bruxelles. Questi centri sono stati aperti durante la scorsa estate Qui i migranti irregolari vengono trattenuti in attenga che venga chiarita la loro posizione legale e il loro diritto a permanere nel Paese. I bambini sono internati insieme alle famiglie.

Non si tratta, ovviamente, di un ambiente adatto a dei bambini: diversi minori hanno già riportato traumi psicologici, verificati dagli addetti dei servizi sociali e dai pediatri. Le autorità sono state costrette a mettere in libertà una famiglia azera e a riconoscere i traumi subìti dai figli di un'altra famiglia serba.

Nonostante le proteste delle maggiori ong nazionali ed internazionali - e anche il Consiglio d'Europa - il ministro dell'Immigrazione Theo Francken non sembra intenzionato a cambiare le procedure, invitando anzi le famiglie dei migranti a cooperare con le autorità alle condizioni esistenti. La detenzione è presentata come l'extrema ratio per quelle famiglie che "continuano a rifiutarsi di cooperare", rifiutando di lasciare il Paese.

Questa linea è presentata come il frutto di una scelta politica ben precisa: "È stata presa una decisione politica di costruire unità familiari chiuse, come conseguenza di una politica per le famiglie irregolari - si legge nella lettera indirizzata dal ministro al Consiglio d'Europa - L'obiettivo è che sempre più famiglie tornino in patria volontariamente, eliminando la necessità della detenzione". Il governo di Bruxelles inoltre sottolinea che la decisione di detenere i migranti rappresenta "una misura estrema nell'ambito del processo di rimpatrio, per un breve periodo di tempo e in un ambiente adattato alle necessità di famiglie e bambini."

Queste accortezze, però, non valgono a sopire le proteste delle ong. E nemmeno a evitare i traumi psiologici ai minori detenuti.

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