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Brasile, violenze in piazza. Esercito schierato a difesa dei ministeri

La manifestazione per chiedere le dimissioni del presidente Michel Temer degenera in violenza. Ministero dell'Agricoltura dato alle fiamme. Il presidente è stato registrato mentre autorizzava due imprenditori a pagare una mazzetta all’ex presidente della Camera

Brasile, violenze in piazza. Esercito schierato a difesa dei ministeri

Fortissime tensioni in Brasile, dopo che la manifestazione nella capitale per chiedere le dimissioni del presidente Michel Temer è degenerata in violenza. Gli scontri hanno provocato un morto, 49 feriti e 7 persone arrestate. Nelle strade di Brasilia è stato schierato l'esercito a difesa degli edifici governativi. La polizia ha fatto uso di granate stordenti e gas lacrimogeni per disperdere i circa 25.000 manifestanti in marcia verso il palazzo presidenziale. Il ministero dell’Agricoltura, che si trova sulla strada verso la residenza di Temer, è stato evacuato dopo l’irruzione dei manifestanti, che hanno anche dato fuoco ad una stanza.

Temer è finito nella bufera dopo essere stato registrato mentre autorizzava due imprenditori a pagare una mazzetta all’ex presidente della Camera, Eduardo Cunha, in prigione, per comprara il suo silenzio e non essere tirato in ballo nello scandalo "Lava Jato" (la Mani pulite brasiliana, con i 3 miliardi di dollari pagati ai partiti dal colosso petrolifero statale Petrobras). Alcuni parlamentari hanno presentato richiesta di impeachment ma Temer tiene duro e non vuol mollare. Schierare l’esercito in strada in Brasile assume un valore particolare ricordando che il Paese dal 1964 al 1985 ha vissuto sotto una dittatura militare, come in quel periodo diversi altri Paesi latinoamericani.

Il governo brasiliano ha assicurato che il decreto che autorizza la presenza delle forze armate nelle strade della capitale verrà revocato quando l'ordine sarà ristabilito.Il presidente del Brasile, vista l'insufficienza delle risorse di polizia, ha deciso di utilizzare i "membri delle forze armate". Da qui il dispiegamento di 1.300 soldati e 200 fucilieri navali nelle strade della capitale.

Secondo la polizia alla manifestazione di ieri hanno partecipato tra 35.000 e 40.000 persone che hanno marciato pacificamente verso il Congresso, dove hanno avuto inizio alcuni gravi incidenti che poi si sono diffusi lungo i due km di viale in cui sono concentrati gli edifici dei ministeri. Il ministero dell'Agricoltura è stato attaccato con molotov che hanno causato un incendio poi domato dai vigili del fuoco, che hanno agito subito, nonostante gli scontri continuassero.

Sono stati attaccati anche i ministeri delle Finanze, della Cultura, del Turismo e dell'Energia e delle Miniere, e lungo il viale molti manifestanti hanno dato fuoco a cassonetti e altri oggetti.

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