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In Brasile lo Zika scatena una guerra feroce tra abortisti ed anti-abortisti

E la si combatte a suon di proposte di legge, come quella presentata oggi dal deputato Ferreira che vuole aumentare il carcere per le donne che interrompono la gravidanza da 3 ad almeno 5 anni. O quella dell'associazione Anis che vuole invece la legalizzazione se la mamma è infettata dal virus

In Brasile lo Zika scatena una guerra feroce tra abortisti ed anti-abortisti

Continua a tenere banco in Brasile l’epidemia del virus zika con tutti gli annessi e connessi sia sugli ospedali pubblici – già allo stremo – che sul rischio di flop dal punto di vista turistico delle imminenti Olimpiadi di Rio. E se la presidente Dilma Rousseff usa l’emergenza sanitaria per fini politici e nascondere la ben più grave crisi economica e le tante grane con la giustizia del suo partito – dopo gli appelli alle chiese è andata ad uccider zanzare in una favela carioca (prima debitamente ‘bonificata’) con una maglietta ‘no zika’ – abortisti ed anti-abortisti sono tornati a ‘darsele di santa ragione’ a suon di proposte di legge.

Da un lato c’è Anderson Ferreira, deputato eletto nel Pernambuco, la regione più colpita dal virus con oltre 1000 bambini nati con microcefalia negli ultimi 3 mesi, che oggi presenta una modifica all’attuale legislazione che prevede il carcere sino a 3 anni per le donne incinte e sino a 4 per i medici/infermieri che le aiutano ad interrompere la gravidanza nei casi non espressamente consentiti dalla legge, ovvero rischio di morte della madre, stupro ed acefalia del nascituro. “L’obiettivo è aumentare queste pene (almeno sino a 5 anni di carcere, nda) perché qualsiasi aborto è un crimine” spiega il deputato che difende la posizione degli anti-abortisti.

Sul fronte opposto il gruppo femminista Anis sta per presentare alla Corte Suprema brasiliana (STF) una petizione affinché alle donne infettate dallo zika sia consentito abortire. La stessa associazione che si occupa nello specifico di bio-etica, aveva chiesto nel 2004 che fosse depenalizzata l’interruzione della gravidanza in caso di anencefalia del feto e, dopo anni di polemiche feroci sulla stampa, il STF aveva accolto la richiesta.

Difficile dire come andrà a finire, l’unica certezza è che in Brasile ogni anno vengono praticati almeno un milione di aborti clandestini.

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