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Brexit, bufera sul piano segreto di Londra

I lavoratori non qualificati potranno restare nel Regno Unito solo due anni, a rischio la posizione di baristi e camerieri

Brexit, bufera sul piano segreto di Londra

Stretta sulla forza lavorativa da Londra: i lavoratori non qualificati potranno restare nel Regno Unito un massimo di due anni. Come rivelato ieri dal Guardian, il governo britannico ha messo a punto un piano per porre fine alla libertà di movimento degli immigranti dai Paesi Ue in cerca di lavoro.

Il progetto punta anche a limitare i ricongiungimenti familiari dopo che sarà completato - il 29 marzo 2019 - il processo della Brexit. Per entrare nel Paese, inoltre, sarà richiesto il passaporto a tutti i cittadini provenienti dalla Ue. La sostanza del piano rivelato dalla testata inglese non è stato smentito dal governo, che si è limitato a riportare attraverso un portavoce che si tratta di un documento vecchio. Non sembrerebbe così, però, dato che il documento risale a inizio agosto.

Il sindaco di Londra contro il governo

Il premier inglese Theresa May non si è ancora espresso ufficialmente sul cosiddetto "piano segreto", ha però risposto poco fa a una domanda di un deputato in Parlamento, che chiedeva dei benefici dell'immigrazione per l'economia del Regno Unito: "Complessivamente l'immigrazione è stata un bene per il Regno Unito, ma ciò che la gente vuole vedere è il controllo di quella immigrazione". May ha aggiunto che il motivo per cui essa va controllata è l'impatto che può avere, in particolare sulle classi a basso reddito.

Intanto il sindaco di Londra, Sadiq Khan, si dice contrario all'ipotesi di un drastico stop agli immigrati provenienti dai Paesi Ue. La bozza governativa rivelata dal Guardian è per Khan "un piano per strangolare la nostra economia" ed è "sbagliato per Londra e per la Gran Bretagna".

Anche le reazioni da parte delle aziende brittaniche non hanno tardato ad arrivare. I cittadini dell'Unione europea, infatti, rappresentano circa il 7% del totale della forza lavoro britannica - circa 2,2 milioni di lavoratori - e più del 20% della forza lavoro in almeno 18 industrie specializzate, secondo uno studio GMB di Office for National Statistics.

All'indomani delle rivelazioni, la Food and Drink Federation, l'organizzazione del principale settore manifatturiero britannico, lancia l'allarme. "Se questa è l'intenzione del governo allora indica una profonda mancanza di comprensione di quanto sia vitale il contributo dei lavoratori della Ue, a qualsiasi livello di competenza, nella filiera industriale", ha detto il presidente della federazione, Ian Wright.

Critici anche i sindacati.

Frances O'Grady, segretaria generale della Trades Union Congress, la maggiore confederazione sindacale, afferma che le proposte del governo porterebbero a un'"economia sommersa" che incoraggerebbe lo sfruttamento degli immigrati creando una concorrenza sleale nei confronti delle aziende virtuose.

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