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Britannico, già fermato due anni fa. È lui il nuovo boia dell'Isis?

Secondo alcune ipotesi il nuovo boia dell'Isis sarebbe un britannico di origine indiana, Siddharta Dhar, ben noto alle cronache

A sinistra, il "nuovo Jihadi John". A destra, una foto di Dhar
A sinistra, il "nuovo Jihadi John". A destra, una foto di Dhar

Già prima di fuggire in Siria, per unirsi al sedicente Stato islamico, il suo volto non era certo quello di uno sconosciuto. Siddartha Dhar, trentadue anni, era comparso spesso in televisione, chiedendo che la Gran Bretagna adottasse i dettami della sharia, ed era finito più volte nel mirino delle autorità, come sodale del predicatore radicale Anjem Choudary e spesso portavoce del movimento radicale a lui legato.

Secondo alcune ipotesi potrebbe essere lui il "nuovo Jihadi John", il boia che in un recente video pubblicato dall'Isis si scaglia contro il premier David Cameron, prima di ammazzare una serie di ostaggi, descritti come cinque spie. In mimetica e passamontagna, accento perfettamente inglese, condanna l'impegno militare contro il Califfato.

Dhar, di famiglia induista, ma poi convertitosi all'islam e radicalizzatosi, era già stato arrestato nel 2014. Era poi fuggito in Siria dopo il rilascio, ricomparendo con il nome di battaglia di Abu Rumaysah al-Britani.

A marzo un documento che portava il suo nome era comparso online. Siddharta Dhar difendeva in quelle pagine l'operato di Jihadi John, accusando l'Occidente e dicendo che il Califfato era nel giusto a decapitare i propri prigionieri. "Per quanto brutale possa sembrare - scriveva -, il problema per molti occidentali non è l'esecuzione in sé, ma il fatto che si tratti del sangue sbagliato sul coltello sbagliato e il realizzare che, questa volta, hanno perso".

Il baby-jihadista

Se sul volto del boia si possono per ora azzardare soltanto delle ipotesi, una certezza c'è. Il bambino che compare alla fine del video con le cinque esecuzioni ha un nome. Si tratta di Isa Dare, figlio di Grace Dare, una cittadina britannica finita in Siria e nota con il nome di Khadija.

A riconoscere il bambino è stato il nonno Henry, che ora prega perché riesca a tornare a casa, lontano dalle grinfie dei jihadisti.

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