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La buona stella dell’outsider: Macron nuovo leader di fatto dell’Ue

Parabole opposte per Emmanuel e Angela. Così il presidente francese si è trovato alla guida del processo riformistico europeo

La buona stella dell’outsider: Macron nuovo leader di fatto dell’Ue

P reso atto che, nella migliore delle ipotesi, Angela Merkel dovrà aspettare qualche settimana per sapere se e con chi potrà continuare a governare la Germania, non solo - come è già stato opportunamente notato su questo giornale - viene meno il principale pilastro del progetto riformistico europeo, ma si verifica un evento politico che era difficile da pronosticare: alla repentina fase discendente della parabola discendente della Merkel corrisponde quella ascendente di Emmanuel Macron. Insomma, il presidente francese viene privato - almeno temporaneamente - della partner per l’annunciato rilancio dell’Unione Europea, ma si ritrova inopinatamente nella posizione di guida, un po’ come quei corridori che si ritrovano soli al comando grazie a una caduta dell’uomo in fuga. Qualche segnale della nuova e imprevista situazione: la favorita Francoforte ha perso in favore dell’outsider Parigi l’assegnazione della sede dell’Agenzia bancaria europea (Eba); il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker ha telefonato alla Cancelliera tedesca per chiarire con lei (prima di farne oggetto di pubblica dichiarazione) che l’impasse politica della Germania non avrà come conseguenza una pausa politica a livello europeo; il leader del Pd Matteo Renzi, in visita all’Eliseo, ha indicato in Macron «il nuovo referente per l’Europa». Naturalmente è possibile obiettare che le affermazioni di Juncker siano più di principio che di sostanza: è realistico prevedere che senza un governo stabile a Berlino non verranno prese a livello europeo decisioni importanti. Ma a colpire è il linguaggio usato dal capo della Commissione («Seguiamo gli sviluppi in Germania da vicino, ma l’Europa non farà una pausa in questo periodo»), oltre alla conferma della data del 6 dicembre per la presentazione delle proposte dell’esecutivo comunitario sulla nuova architettura dell’unione economica e monetaria. Rimane il fatto che con una Merkel a bagnomaria gli equilibri in Europa stanno perdendo la loro stabilità. E che, in attesa di un ritorno in grande stile della Bundeskanzlerin che pare quantomeno incerto, l’ideale timone delle riforme europee si ritrova nelle mani del solo Macron. Che farà dunque il presidente francese? Nell’immediato sembra che preferisca concentrarsi su temi di politica interna, cercando ad esempio di recuperare un migliore rapporto con sindaci e rappresentanze dei territori: a Macron pesa che l’opposizione lo dipinga come il presidente delle grandi città orientate alla mondializzazione che snobba le esigenze della Francia profonda. Anche una presa di posizione sul tema della laicità sarebbe presa in considerazione dopo le ultime vicende legate alla rivista satirica Charlie Hebdo. Su un piano temporale più lungo, però, la stampa francese evidenzia l’intenzione di Macron di prendere saldamente nelle sue mani le tematiche europee in vista (con un certo anticipo, in verità) del prossimo appuntamento con le urne, che è appunto quello delle elezioni europee nel 2019. Macron - scrive Le Monde - intende stanare i suoi avversari di destra e di sinistra proprio sui temi comunitari, che per loro rappresentano un tema di frattura. Un Macron attendista dunque, in attesa di un ritorno alla stabilità tedesca e con essa a quella del tandem Parigi-Berlino? Può essere.

Ma mai sottovalutare la creatività politica del Wunderkind tanto amato da Angela Merkel.

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