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Il Califfato in Russia: Isis recluta guerrieri all'ombra del Cremlino

Emissari ceceni dello Stato Islamico arruolerebbero migliaia di foreign fighters tra gli immigrati delle repubbliche centroasiatiche espatriati a Mosca

Il Califfato in Russia: Isis recluta guerrieri all'ombra del Cremlino

Sarebbe la Russia, e precisamente Mosca, l'ultima riserva di combattenti a cui attingere per rinforzare di combattenti le fila di Isis.

Nella capitale russa sarebbero già stati reclutati fino a quattromila miliziani pronti a battersi per il sedicente Stato islamico, rivela un reportage del quotidiano britannico The Guardian. Sempre più immigrati giunti in Russia dalle repubbliche centroasiatiche a maggioranza musulmana sono esposti alle sirene dei reclutatori ceceni che agiscono per conto del Califfato.

Tagikistan, Kirghizistan, Uzbekistan, Kazakistan: terre da cui ogni anno partono migliaia di emigranti decisi a cercare fortuna nel maggiore centro della galassia che orbita intorno al mondo russofono e che già fu la capitale dell'impero sovietico. Una parte di queste viene contattata dagli emissari del Califfato, spesso disposti a pagare loro anche il costo del viaggio per la Siria. I reclutatori farebbero leva sulla fede religiosa degli immigrati ma anche sulle loro miserevoli condizioni socio-economiche, spiegando loro che una vita da liberi combattenti per lo Stato Islamico sarebbe comunque preferibile a un'esistenza da schiavi e sfruttati nel microcosmo del lavoro nero moscovita.

Nel rapporto di gennaio dell'International Crisis Group, inoltre, si mette in evidenza come dai territori di Isis vengano richiesti anche insegnanti, ingegneri e tecnici, non solo combattenti.

Il problema parrebbe particolarmente pressante in Tagikistan, dove il presidente Emomali Rahmon ha già definito quella di Isis come una "seria minaccia" per il Paese e come la "peste del secolo". Da Mosca ha parlato il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov che ha promesso aiuti alla repubblica centroasiatica proprio per arginare il problema dei foreign fighters. In particolare, Mosca sarebbe interessata a supportare le autorità tagike a mettere in sicurezza la frontiera con l'Afghanistan, che per evidenti motivi rappresenta uno dei punti più "caldi" sulle rotte asiatiche della jihad.

The Guardian riporta anche le parole del presunto leader dei combattenti tagiki per Isis, Nusrat Nazarov: "Tutti i tagiki verranno a combattere in Siria - spiega Nazarov in un videomessaggio pubblicato in rete il 19 marzo ma quindi subito cancellato - Porteremo la jihad in Tagikistan e vi stabiliremo la legge di Allah".

Si stima che in Russia vi sia almeno un milione di immigrati tagiki, provenienti da un Paese che conta una popolazione di meno di sette milioni di persone. I combattenti prenderebbero la via della Siria passando attraverso la Turchia, dove avrebbero già i primi contatti con i miliziani di Isis.

E il problema già interessa anche le repubbliche confinanti con il Tagikistan: in Uzbekistan, ad esempio, il Movimento islamico uzbeko mira ad un'alleanza con lo Stato Islamico e già compie azioni militari di addestramento e reclutamento al confine con l'Afghanistan.

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