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Canone, in Italia non si scappa: nel resto d'Europa come si paga?

Diversi Paesi hanno ormai abolito il canone, mentre altri impongono una tassa ma senza ospitare spot pubblicitari. In Italia invece mamma Rai continua a batter cassa...

Canone, in Italia non si scappa: nel resto d'Europa come si paga?

Il denaro, in Rai, significa anzitutto canone. Non è quindi difficile capire perché, quando tre giorni fa emerse l'idea di inserire il canone televisivo nella bolletta dell'elettricità, nell'opinione pubblica è scoppiata la rivolta. E chi non ha la televisione? Chi possiede uno smartphone ma non guarda i canali Rai? Quarantott'ore di polemiche e poi la più italiana delle marce indietro: il canone in bolletta non s'ha più da fare, almeno fino a nuovo ordine.

Ma nel resto d'Europa, si pagano le tasse sulla televisione pubblica? Diversi Paesi hanno ormai abolito il canone: Olanda, Spagna, Polonia e Turchia, per un totale di almeno una quindicina di Paesi in tutto il Vecchio Continente. Alla nascita della televisione, si creò un'alternativa tra il modello "statalista" che prevedeva il pagamento di un canone e quello "liberista" che sostituiva il pagamento di una tassa con i proventi degli introiti pubblicitari.

In Italia si preferì adottare un sistema "misto", che prevedeva la compresenza di spot pubblicitari e canone: insomma, la Rai può vendere i propri spazi pubblicitari, ma ha sempre richiesto agli Italiani la tassa annuale sulla tv. Questo sistema, con alcune varianti, è in vigore anche in diversi Paesi dell'Europa orientale e balcanica, mentre in Francia e nei Paesi scandinavi è previsto il solo canone.

Nel Regno Unito, cui spesso, a torto o a ragione, si guarda come un modello per l'autorevolezza della sua Bbc, è richiesto il pagamento della cosiddetta "licence fee", un canone di circa 175 euro all'anno richiesto alle famiglie che "guardino in diretta o registrino" i programmi dell'emittente di Stato. L'unico canale che ospita gli spot è Bbc World, la rete trasmessa nel resto del mondo, per cui non è previsto però il pagamento di alcun canone. Il ragionamento è semplice: perché i sudditi di Sua Maestà britannica dovrebbero pagare per un servizio di cui beneficiano i cittadini di Paesi stranieri?

All'ombra del Big Ben da diversi anni è vivo il dibatttito sulla sopravvivenza del canone: in molti, alla Bbc, vedono con preoccupazione le sfide del mercato, che potrebbero mettere a rischio il rifiuto delle pubblicità che fino ad ora è sempre stato un baluardo della tv pubblica britannica. Più di uno ritiene che questa peculiarità rappresenti l'unica assicurazione contro indebite ingerenze esterne.

Le pressioni del mercato, però, non perdonano e diversi osservatori prevedono ormai una prossima introduzione degli spot. Mentre a Londra si discute, però, qui in Italia non abbiamo ancora smesso di chiederci: ma se la Rai incassa già i soldi degli spot e quelli del canone, perché dovrebbe iniziare a pagare anche chi la televisione non la vede?

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