Referendum indipendenza in Catalogna

Caos in Catalogna, sciopero generale contro le violenze della polizia

Il governo regionale ha appoggiato lo sciopero così come i comuni di Girona e Barcellona. 300 mila in piazza

Caos in Catalogna, sciopero generale contro le violenze della polizia

La Catalogna oggi è paralizzata a causa dello sciopero generale indetto per protestare contro la repressione messa in atto dalla polizia domenica scorsa durante il referendum per l'indipendenza. Numerosi gli episodi di violenza davanti ai seggi catalani con la Policia National che ha provocato centinaia di feriti.

La mobilitazione è stata indetta dai sindacati spagnoli Cgt, Iac, Intersindical Csc e Cos, "contro la repressione e per le libertà". I sindacati hanno invitato a protestare non solo i lavoratori, ma tutta la cittadinanza. Il governo regionale ha appoggiato lo sciopero così come i comuni di Girona e Barcellona.

Dalle prime ore della mattina si sono formate lunghe code su 52 strade e autostrade dove si sono svolte alcune manifestazioni dei cittadini. Anche il trasporto pubblico è stato interessato dallo sciopero: Barcellona resterà senza autobus e metro per tutta la giornata. Le stazioni della metro riapriranno nel tardo pomeriggio, quando i servizi minimi garantiti saranno al 25%. La maggior parte delle scuole pubbliche in Catalogna oggi sono rimaste chiuse per mancanza di alunni.

Migliaia di persone stanno manifestando e portando fiori davanti alle scuole in cui domenica è intervenuta la Policia National durante il referendum. All'evento è presente anche il sindaco di Barcellona, Ada Colau, che si è detta emozionata e ha affermato che gli istituti scolastici della città sono "un modello di convivenza che ci rappresenta".

A scioperare anche sono i dipendenti del porto di Barcellona, le università pubbliche e alcuni musei. La Sagrada Familia resterà chiusa e il Club del Barcellona ha fatto sapere che tutti i giocatori non si alleneranno nella giornata odierna.

Lo sciopero in Catalogna potrebbe durare qualche giorno. A non aderire, sono invece state le due principali confederazioni sindacali spagnole, Ugt e Comisiones Obreras (CcOo)."Diciamo chiaramente che non accettiamo quella posizione o quella strategia politica", hanno dichiarato, chiedendo però al governo spagnolo di "aprire uno scenario di dialogo e di proposta di contenuti".

"Oggi è una giornata di protesta democratica, civica e degna. Non vi lasciate coinvolgere dalle provocazioni. Il mondo lo ha visto: siamo gente pacifica". Lo ha scritto sul suo profilo Twitter il governatore della Catalogna, Carles Puigdemont. "La pace, il civismo e la dignità ci hanno portati fin qui. Il successo definitivo dipende dal fatto di rimanere impegnati come sempre. Proseguiamo!", ha aggiunto. Intanto, sono circa 300 mila le persone che stanno sfilando in corteo per le strade di Barcellona urlando slogan come: "Fuori le forze di occupazione" e "le strade saranno sempre le nostre".

La risposta di Madrid

"Vediamo che il governo catalano sta spingendo ogni giorno il popolo catalano verso l'abisso e incita alla ribellione nelle strade delle città", ha dichiarato il ministro degli Interni di Madrid, Juan Ignacio Zoido.

Il governo centrale, ha aggiunto il ministro, prenderà tutte le misure necessarie per "frenare gli atti di assedio" contro la polizia spagnola.

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