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Carlos Ghosn è fuggito dagli arresti in Giappone. Ora si trova a Beirut

Ghosn è evaso dagli arresti domiciliari in territorio giapponese "nascondendosi all’interno della custodia di uno strumento musicale”

Carlos Ghosn è fuggito dagli arresti in Giappone. Ora si trova a Beirut

Carlos Ghosn, ex presidente e amministratore delegato di Renault-Nissan, ha clamorosamente abbandonato il Giappone, in cui si trovava agli arresti domiciliari in attesa di affrontare un processo per appropriazione indebita e frode fiscale. Egli si è rifugiato in Libano, Paese di origine della sua famiglia.

Il manager franco-brasiliano, scarcerato da una prigione di Tokyo lo scorso marzo dopo oltre cento giorni di prigionia e dopo avere pagato una cauzione di 13,8 miliardi di dollari, è infatti misteriosamente, riferisce il Corriere della Sera, riuscito a riparare nella nazione mediorientale, dove avrebbe già diffuso, mediante il suo ufficio-stampa, un comunicato per i media.

In tale documento, citato dal giornale milanese, l’ex patron di Nissan, incriminato dalla magistratura di Tokyo per avere nascosto alle autorità di borsa il vero ammontare dei suoi compensi e anche per avere utilizzato beni aziendali a fini personali, attacca: “Ora sono in Libano. Non sono più ostaggio del distorto sistema giudiziario giapponese, in cui prevale la presunzione di colpa. Non sono fuggito dalla giustizia, mi sono liberato dall’ingiustizia e dalla persecuzione politica”.

La nota in questione, fa sapere la stessa testata, annuncia poi che Ghosn parlerà “liberamente” con gli organi di informazione la prossima settimana.

Stanno circolando in queste ore diverse ipotesi relativamente alla modalità in cui l’ex patron di Nissan sarebbe riuscito a raggiungere il Libano. La versione sposata dal giornale di via Solferino è quella secondo cui il dirigente d’azienda sarebbe fuggito dall’ex Impero del Sol Levante “nascondendosi all’interno della custodia di uno strumento musicale.

In base alle indiscrezioni rilanciate dal Corriere, il franco-brasiliano si sarebbe nascosto dentro la custodia di uno strumento appartenente a una band musicale recatasi ultimamente per un concerto nell’abitazione di Tokyo in cui egli stava scontando gli arresti domiciliari. Grazie a questa trovata, egli avrebbe appunto compiuto indisturbato la traversata dal Giappone fino a Beirut.

Il governo libanese, spiega il medesimo organo di informazione, ha commentato la presenza di Ghosn sul suo territorio precisando che quest’ultimo vi sarebbe giunto “legalmente” e che “contro di lui non c’è alcuna misura né alcun procedimento giudiziario”. Tra il Paese arabo e l’Ex Impero del Sol Levante, ricorda sempre il Corsera, non è in vigore alcun trattato di estradizione e, di conseguenza, il fuggitivo potrà essere riconsegnato alla giustizia nipponica solo con il consenso delle istituzioni di Beirut.

Le autorità giapponesi hanno reagito alla notizia della rocambolesca fuga del manager dagli arresti domiciliari attivandosi per revocare il regime di detenzione di favore accordatogli in precedenza. La procura di Tokyo, riporta la testata di via Solferino, ha infatti presentato richiesta per annullare la libertà su cauzione di cui aveva finora goduto l’indagato.

Se questa istanza di revoca verrà accolta dal tribunale nipponico, avrà allora luogo la confisca della cauzione miliardaria pagata a marzo da Ghosn.

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