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Centinaia di cadaveri nel villaggio nigeriano strappato a Boko Haram

Un massacro compiuto prima di ritirarsi davanti all'avanzata dell'esercito. Un funzionario: almeno venti fosse comuni

Centinaia di cadaveri nel villaggio nigeriano strappato a Boko Haram

Fino a quattrocento corpi, cadaveri gettati nelle fosse comuni e trovati dall'esercito nigeriano nella sua avanzata per riguadagnare posizioni tenute da Boko Haram. Sono l'ultima, macabra scoperta che i militari hanno fatto a Damasak, riconquistato lo scorso anno, dove già una settantina di morti erano stati trovati mummificati.

Una lunga scia di sangue lasciata dagli estremisti, in ritirata di fronte all'avanzare di una coalizione africana a cui partecipano anche i soldati degli Stati confinanti con la Nigeria, dove spesso gli estremisti si spingono con i loro attacchi.

Secondo un portavoce del distretto locale sono almeno venti i luoghi dove sono stati trovati i cadaveri. Mustapha Babagana lo ha confermato al telefono con l'agenzia cinese Xinhua, mentre una commissione del governo perlustrava la città per valutare la portata della distruzione causata dai jihadisti.

"È stata un'atrocità su larga scala compiuta prima che le forze del governo liberassero il villaggio", sostiene un abitante di Damasak.

Gli uomini di Abubaker Shekau non avrebbero risparmiato né donne né bambini.

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