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Charleston, il killer ha confessato. L'accusa: nove capi per omicidio

Ha ucciso nove fedeli di una congregazione afroamericana. Il figlio di una vittima: "L'amore vincerà sull'odio. Mamma la pensava così"

Charleston, il killer ha confessato. L'accusa: nove capi per omicidio

Le motiviazioni di Dylann Roof, il 21enne che ieri ha aperto il fuoco in una chiesa metodista afroamericana a Charleston, una cittadina della Carolina del Sud, le aveva già provate a chiarire il suo coinquilino, in una intervista ad Abc News.

Il ragazzo, responsabile della morte di nove persone, ha agito convinto di poter "scatenare una guerra civile", pronto a uccidersi dopo avere messo a segno il colpo, che secondo Dalton Tyler, che abitava con lui, stava pianificando da almeno sei mesi.

Lo ha confermato lo stesso Roof, che ha confessato le sue intenzioni, prima di essere incriminato per nove capi di omicidio, tanti quante le vittime dell'attacco. Se dovesse essere condannato, ha detto oggi senza mezzi termini il governatore della Carolina del Sud, Nikki Haley, "faremo pressioni perché sia condannato a morte".

Quella calibro 45 che imbracciava durante la strage l'aveva comprata lui, lo scorso aprile, in una rivendita di armi locale. Ieri l'ha presa e ha aperto il fuoco contro la comunità cristiana.

Un "hate crime", un crimine d'odio secondo quella che dovrebbe essere l'accusa nei suoi confronti, compiuto sulla scorta di teorie razziste e suprematiste che Roof conosceva bene e che fanno il paio con le foto pubblicate sul suo profilo facebook, dove comparivano la bandiera della Rhodesia e quella del Sudafrica dell'apartheid.

Voleva scatenare una "guerra razziale" Dylann Roof.

Da qui la scelta di colpire la Emanuel African Methodist Episcopal Church, al centro della lotta contro la schiavitù e poi del lugo percorso del movimento per i diritti civili degli afroamericani.

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