Coronavirus

Da Cina, a Germania e Italia: quei nuovi focolai che fanno paura

Nuovi focolai di Covid-19 si sono sviluppati nei Paesi in cui l'epidemia sembrava passata. E il rischio dell'arrivo di una seconda ondata fa paura

Da Cina, a Germania e Italia: quei nuovi focolai che fanno paura

Meno contagi, allentamento delle misure di contenimento e lento ritorno alla normalità. In diversi Paesi europei e asiatici, la pandemia da nuovo coronavirus dava segni di cedimento e la sua fine sembrava vicina. Ma lo sviluppo di nuovi focolai indica la possibilità di un ritorno dei contagi e la paura di una seconda ondata inizia a farsi sentire.

I mini-focolai italiani

"Si sono verificati alcuni focolai che però attualmente risultano sotto controllo". A spiegarlo è stato Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute, commentando i dati del monitoraggio relativi alla scorsa settimana. "È necessario - ha aggiunto Rezza -che i cittadini rispettino le misure di distanziamento sociale e che le autorità sanitarie intervengano prontamente per identificare eventuali nuovi focolai e mantenerli sotto controllo". Nelle ultime settimane, infatti, in Italia sono stati registrati dei mini-focolai: da Milano a Bologna e Reggio Calabria, sono diverse le segnalazioni arrivate da tutta la Penisola.

Nei giorni scorsi, all'ospedale Niguarda di Milano "su un totale di 190 operatori dell'area oncoematologica sono risultate positive" al coronavirus Sars-Cov-2 "11 persone". In generale, in Lombardia ci sono nuovi gruppi di positivi "microscopici, ma in altre sono più grandi", ha messo in guardia l'epidemiologo Vittorio Demicheli, direttore sanitario dell'Ats Milano Città metropolitana e rappresentante delle Regioni nella cabina di regia del monitoraggio Covid-19 del ministero della Salute. Per questo, "per quanto il lockdown è stato efficace, bisogna essere prudenti, il virus è ancora in grado di trasmettersi".

Due piccoli focolai sono emersi anche a Bologna, secondo quanto riferito dall'assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, che ha avvisato: "La nostra guardia dovrà rimanere alta anche in presenza di piccoli focolai". Quelli di Bologno si sono sviluppati negli ultimi giorni: uno è stato rilevato in un'azienda che conta, secondo in dati di ieri, "14 persone positive al coronavirus. L'indagine epidemiologica ha portato a identificare circa 150 contatti, ai quali è già stato effettuato il tampone naso-orofaringeo". Nel secondo caso, invece, si tratta di un'attività commerciale "che ha coinvolto alcuni familiari dei dipendenti, 12 le persone positive".

Nuovi contagi anche a Reggio Calabria, dove un'ordinanza del presidente della Regione ha trasformato in zona rossa il Comune di Palmi fino a venerdì 26 giugno: "È disposto il divieto di allontanamento da parte di tutte persone residenti e il divieto di accesso", si legge nel documento. La decisione è stata presa dopo che "il 21 giugno la Commissione straordinaria prefettizia dell'Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria ha comunicato che, fino alla mezzanotte del 20 giugno, sono stati già individuati otto soggetti positivi a Covid-19 presso il Comune di Palmi, residenti precisamente nei quartieri, tra loro adiacenti, Pietrenere-Tonnara-Scinà". Il focolaio "è derivante da 2 soggetti Sars-CoV-2 positivi, rientrati in Calabria provenienti da altre Regioni": da qui, i contagi "di ritorno" hanno dato origine ad "altri focolai, non diversamente contenibili", se non con la chiusura della zona.

Un report del Ministero della Salute e dell'Iss, sottolinea che "in alcune realtà regionali, continua ad essere segnalato un numero di nuovi casi elevato". Per questo, è necessario agire con cautela: i dati rilevati mostrano come "l'epidemia in Italia di Covid-19 non sia conclusa e come la situazione epidemiologica sia estremamente fluida". "È essenziale mantenere elevata l'attenzione e continuare a rafforzare le attività di 'testing-tracingtracking' in modo da identificare precocemente tutti i potenziali focolai di trasmissione e continuare a controllare l'epidemia- sottolineano Ministero e Iss-e mantenere elevata la consapevolezza della popolazione generale sulla fluidità della situazione epidemiologica e sull'importanza di continuare a rispettare in modo rigoroso tutte le misure necessarie a ridurre il rischio di trasmissione quali l'igiene individuale e il distanziamento fisico".

La fondazione Gimbe ha identificato 10 nuovi focolai in Italia. A Mondragone (Caserta) si contano 49 positivi e da lunedì mattina l'area è diventata zona rossa, a Bologna ci sono 64 positivi, tra operai e famigliari, dell'azienda Brt, mentre al San Raffaele Pisana di Roma ieri non si è registrato nessun nuovo caso. A Palmi (Reggio Calabria) sono 8 i positivi, 11 a Bolzano, dove il focolaio è risultato familiare, e 7 a Como, in una casa d'accoglienza. Altri casi si sono registrati nelle province di Prato e Pistoia (19 positivi), in una casa di riposo di Alessandria (13 casi) e a Porto Empedocle (Agrigento), dove sono risultati positivi 28 migranti portati dalla nave Sea Watch.

Il report sulla scorsa settimana

Il monitoraggio del Ministero della Salute e dell'Istituto superiore di sanità, che ha preso in esame i dati relativi alla settimana del 15-21 giugno ha ecidenziato la presenza, in tutta Italia, di nuovi casi di infezione, in aumento rispetto ai 7 giorni precedenti in alcune Regioni. Per la maggior parte dei casi, l'aumento è dovuto all'intensa attività di screening e monitoraggio. Il Ministero e l'Iss, però, hanno evidenziato anche la presenza di nuovi focolai "di una certa rilevanza numerica", che dimostrano "come il virus continui a essere in grado, nelle attuali condizioni, di trasmettersi in modo efficace. Questo conferma che l'epidemia da Sars-Cov-2 non è affatto conclusa in Italia". Inoltre, alcune stime per l'indice di contagio Rt "settimana sono in aumento, riflettendo il lieve aumento nel numero di casi" di nuovo coronavirus relativo alla scorsa settimana "in alcune Regioni dove si sono sviluppati alcuni focolai".

Nonostante i nuovi casi, "la situazione a livello del Paese continua ad essere buona e l'Rt sotto 1 su scala nazionale". Ad affermarlo è stato Giovanni Rezza, direttore generale Prevenzione del ministero della Salute, nel videomessaggio a commento dei dati del monitoraggio settimanale sulle Regioni della cabina di regia ministero Salute-Iss. "Sono presenti- ha continuato Rezza- dei focolai anche di una certa rilevanza che indicano che il virus in determinati contesti è in grado di circolare anche rapidamente". Per questo, è necessario "mantenere comportamenti adeguati e soprattutto a identificare e contenere prontamente i focolai che dovessero insorgere come attualmente si sta facendo".

Nel complesso, specifica il testo, la situazione in Italia è positiva, "con piccoli segnali di allerta relativi alla trasmissione". Il report sottolinea anche l'essenzialità di "mantenere elevata l'attenzione e continuare a rafforzare le attività di testing-tracing-tracking in modo da identificare precocemente tutti i potenziali focolai di trasmissione e continuare a controllare l'epidemia".

Il mattatoio tedesco

Anche in Germania, i contagi sono saliti nuovamente. Le autorità hanno sottoposto a quarantena migliaia di persone, tra cui 700 abitanti di un condominio a Gottinga (in Bassa Sassonia), dopo che 120 di loro sono risultati positivi al Covid-19, e quelli di alcuni palazzi di un quartiere di Berlino. Inoltre, diverse persone impiegate in un impianto di lavorazione della cane di Toennis, situato nella zona di Guetersloh, in Nord-Reno Vestfalia, sono risultate infette. Tra le località tedesche che hanno superato le 50 nuove infezione su 100 mila abitanti in una settimana ci sono Magdeburgo, Verden, Greiz e Warendorf.

Quello del mattatoio è il focolaio "più importante" del Paese. I dati diffusi ieri parlano di 1.500 persone che hanno contratto il Sars-CoV-2, legate all'impianto di Guetersloh. Per questo, nel distretto tedesco sono state ristabilite alcune le restrizioni imposte durante il lockdown: chiusura di palestre, bar, cancellazione di diversi eventi e quarantena. La maggior parte dei casi si sarebbe verificata tra i dipendenti del mattatoio e sarebbero solamente 24 i casi "esterni". Il portavoce della cancelliera Angela Merkel, Steffen Seibert, ha sottolineato che è necessario "fare tutto il possibile" per contenere il nuovo focolaio di Covid-19. Secondo quanto rifetito, 20 lavoratori nello stabilimento Toennies nella regione di Guetersloh sono stati ricoverati in ospedale e alcuni sono in terapia intensiva: "Speriamo vivamente che sopravvivano tutti coloro che si sono ammalati", ha detto Seibert. "Questo è un focolaio che deve essere preso molto sul serio", ha aggiunto, per spiegare le nuove misure prese per cercare di contenere nuovamente l'epidemia.

Un'ottantina di focolai sono ancora presenti anche in Francia, come riferito dalla Direzione generale della sanità francese (Dgs), secondo cui il nuovo coronavirus "continua a circolare sul territorio". La situazione sembra comunque in miglioramento in Francia, ma non nel territorio d'oltremare della Guyana, dove si pensa a un'evacuazione sanitaria "verso le Antille per aiutare i servizi di rianimazione locali".

I contagi tornano a salire in Israele e a Pechino

Israele ripristina i reparti Covid-19 degli ospedali di tutto il Paese, dopo un'impennata di nuovi casi. "Se non cambiamo immediatamente i nostri comportamenti riguardo a mascherine e regole di distanziamento saremo costretti nostro malgrado ad implementare nuove misure", ha detto il premier Benjamin Netanyahu, dopo aver incontrato gli esperti. Possibile anche la reintroduzione delle misure di contenimento della pandemia. La paura, infatti, è che possa verificarsi una seconda ondata di infezioni che, senza nuove misure, potrebbe portare a far registrare mille nuovi casi al giorno entro un mese. Israele, oltre ad essere tra i primi Paesi a imporre il lockdown, è stato anche tra i primi ad autorizzare la riapertura, che ha portato a una crescita di contagi. Un rapporto del Centro nazionale d'informazione sul coronavirus (organismo che opera sotto la direzione dell'intelligence militare) e del Ministero della Salute ha rivelato, secondo quanto riferito dai media istraeliani, che nel Paese si sta già sperimentando la seconda ondata dell'epidemia che, se non verranno presi provvedimenti, porterà a migliaia di contagi e centinaia di morti. "Se non viene intrapresa alcuna azione e l'attuale tasso di crescita non cala significativamente, fra un mese il numero di nuove infezioni tornerà a mille e vi saranno molte centinaia di morti", avverte il rapporto.

Torna sotto la lente di ingrandimento anche la situazione in Cina, che oggi ha confermato altri 22 nuovi casi di infezione da Sars-CoV-2, tra cui 13 di trasmissione locale a Pechino e altri 9 di "ritorno". Dall'11 giugno, quando è stata accertata una nuova ondata di contagi, sono 249 i casi diagnosticati nella capitale. Per questo, tra il 13 e il 19 giugno, circa 2,3 milioni di abitanti di Pechino (circa il 10% della popolazione) sono stati sottoposti ai test per il Covid-19. I nuovi contagi di Pechino sembrano legati al mercato all'ingrosso Xinfadi, nel distretto di Fengtai, che è stato chiuso dalle autorità sanitarie. Per paura di una nuova ondata della pandemia, sono state chiuse le scuole, vietati anche gli eventi sportivi e i viaggi inter-provinciali, mentre interi complessi residenziali nei dintorini del mercato sono stati chiusi. Il portavoce della Commissione per la Sanità di Pechino, Gao Xiaojun, ha assicurato che tutti i residenti della zona saranno sottoposti al test. "Stiamo monitorando la situazione con i nostri esperti basati in Cina e se sarà necessario invieremo altri esperti, siamo in contatto con le autorità cinesi e daremo tutto il supporto necessario- ha detto il Michael Ryan, capo del programma per le emergenze sanitarie dell'Oms - In ogni caso la Cina, così come altri paesi, ha imparato molte lezioni negli ultimi 6 mesi e ha costruito una significativa capacità di contenere i contagi, ciò non toglie che continueremo a monitorare".

La paura di una seconda ondata

Dopo la sengalazione dei casi di Pechino, il responsabile tecnico dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per il coronavirus, Maria Van Kerkhove, ha sottolineato: "Tutti devono essere preparati a possibili nuovi focolai, che ci preoccupano sempre. Bisogna considerare infatti che la maggioranza della popolazione mondiale è ancora oggi suscettibile all'infezione, dunque bisogna essere pronti".

"È possibile che, quando inizierà l'autunno e avremo anche l'influenza stagionale, ci sia un effetto stagionale sul virus - ma non siamo ancora sicuri - che vedremo una seconda ondata", ha precisato Hans Kluge, direttore regionale europeo dell'Oms.

La paura di una possibile seconda ondata in autunno si fa sentire anche in Italia: "Teniamoci pronti a migliaia di focolai- ha detto in un'intervista al Messaggero, Walter Ricciardi, consulente del ministero della Salute e rappresentante italiano al Consiglio dell'Oms-Ad autunno non basterà il tracciamento manuale realizzato fino a oggi. È decisiva la capacità di fare diagnosi tempestivamente e la risposta assistenziale sul territorio". Al momento, ha aggiunto Ricciardi, "le Regioni stanno rispondendo bene nel contenere i nuovi cluster, ma è chiaro che in questo momento, dato il numero limitato di focolai, è possibile reagire più facilmente. Se si arriva a una situazione di migliaia di cluster è necessario essere aiutati dal tracciamento tecnologico. Dobbiamo prepararci alla possibilità che ad autunno i numeri si alzino e dobbiamo farci trovare pronti".

Nessuna certezza, però, dell'arrivo di una seconda ondata di Covid-19 che in ogni caso, assicurano gli esperti, non sarà paragonabile a quella che ha colpito la Cina a inizio gennaio e l'Italia a fine febbraio.

"Magari avremo tante piccole ondine", ha spiegato Ricciardi, riferendosi ai mini-focolai subito isolati: "Se la gente continuerà a comportarsi bene, se i sistemi sanitari controlleranno e faranno tamponi, eviteremo che le ondine diventino ondate".

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