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Cina, ok a ossa di tigri e rinoceronti in medicina tradizionale

Le associazioni ambientaliste hanno definito la decisione del governo cinese “un provvedimento dalle conseguenze catastrofiche per la fauna mondiale”

Cina, ok a ossa di tigri e rinoceronti in medicina tradizionale

Il governo di Pechino ha autorizzato l’utilizzo dei corni di rinoceronte e delle ossa di tigre per la realizzazione dei preparati tipici della medicina tradizionale cinese, revocando un divieto in vigore dal 1993. Tali ingredienti sono infatti considerati dall’antica arte medica “ricchi di proprietà ricostituenti” e sono alla base della preparazione di diversi analgesici.

Il Consiglio di Stato della Repubblica Popolare Cinese ha autorizzato le case farmaceutiche del Paese a sviluppare preparati utilizzando parti del corpo dei rinoceronti e delle tigri. Secondo l’esecutivo del gigante asiatico, la revoca dell’interdizione disposta nel 1993 non costituirebbe affatto una violazione della normativa internazionale sulla salvaguardia della fauna globale, in quanto proprio quest’ultima considererebbe “legittimo” l’impiego in “campo medico” delle parti del corpo delle due specie. L’autorizzazione concessa dalle autorità di Pechino mirerebbe semplicemente a “incoraggiare la ricerca scientifica” circa le potenzialità terapeutiche delle parti anatomiche di tali animali e, di conseguenza, sarebbe “pienamente conforme” alle disposizioni delle convenzioni internazionali sulla tutela della biodiversità. Il Consiglio di Stato ha comunque ribadito il proprio impegno a contrastare il mercato clandestino delle ossa di animali e la propria volontà di cooperare con le agenzie Onu al fine di predisporre nuove regole globali antibracconaggio.

La recente decisione della Cina è stata subito fortemente criticata dalle associazioni ambientaliste, in quanto ritenuta “dannosa” per la sopravvivenza di rinoceronti e tigri, due specie a rischio estinzione. Ad avviso del Wwf, il “via libera” all’impiego di corni e ossa nella medicina tradizionale cinese rischia di provocare una “recrudescenza” della caccia a tali animali. Tramite una nota, l’associazione ha tuonato: “Il provvedimento varato in questi giorni dalle autorità della Repubblica Popolare cancella di fatto anni e anni di battaglie dirette a una rigorosa salvaguardia dei rinoceronti e delle tigri dal bracconaggio.

La scelta del governo provocherà effetti catastrofici sulla fauna dell’intero pianeta, accelerando l’estinzione di specie già drammaticamente decimate negli ultimi anni dalla caccia indiscriminata, sovvenzionata anche da case farmaceutiche cinesi.”

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