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La Cina schiera truppe al confine con la Corea del Nord

Duemila soldati con il compito di rilevare le emissioni radioattive nel caso in cui Pyongyang dovesse effettuare il quinto test nucleare

La Cina schiera truppe al confine con la Corea del Nord

La Cina ha schierato truppe lungo il confine con la Corea del Nord, in vista del probabile quinto test nucleare di Pyongyang. Secondo i dati raccolti dall’ Information Center for Human Rights and Democracy, Pechino avrebbe schierato duemila soldati con il compito di rilevare le emissioni radioattive nel caso in cui la Corea del Nord dovesse effettuare il test nucleare sotterraneo. Questo è il terzo dispiegamento cinese a ridosso dei confini del Nord. Lo scorso gennaio, dopo il presunto test della bomba all’idrogeno, Pechino inviò tremila soldati per monitorare le emissioni. Un altro dispiegamento militare alla fine del 2013, temendo una crisi interna al paese dopo l’esecuzione di Chang Sung-taek, zio di Kim Jong-un, accusato di aver progettato un colpo di stato. I rapporti tra i due paesi si sono incrinati poco dopo l’ascesa Kim Jong Un nel 2012. Nonostante i ripetuti avvertimenti di Pechino, Pyongyang ha investito risorse e capitali nel programma missilistico nucleare che ha portato il paese all’isolamento internazionale. La Cina, qualora dovesse il regime di Kim Jong Un, teme una crisi umanitaria a ridosso dei proprio confini. Nonostante ciò, lo scorso dicembre, Pechino ha annunciato che non avrebbe più fornito combustibile fossile alla Corea del Nord.

Il quinto test nucleare, intanto, potrebbe essere imminente. Le nuove immagini satellitari della Airbus Defence and Space mostrano attività nel sito di Punggye-ri per una possibile detonazione con preavviso minimo. Tuttavia i lavori eseguiti a Punggye-ri potrebbero essere solo una copertura per test che potrebbero avvenire in altri siti del paese. Il sito di Punggye-ri è distante 116 chilometri dal vulcano sul Monte Baekdu. L’'ultima eruzione del vulcano risale al 1903. La Corea del Nord avrebbe cinque impianti nucleari. Il più noto è quello situato a Yongbyon, presso il Nuclear Scientific Research Center, 60 miglia a nord di Pyongyang. In due diverse occasioni negli ultimi quaranta giorni, pennacchi di fumo sarebbero stati monitorati proprio nel complesso di Yongbyon. I pennacchi suggeriscono che gli edifici del complesso si stanno riscaldando, anche se non è chiaro il perché. Nell’impianto di Yongbyon, la Corea del Nord effettua il riprocessamento per ottenere il plutonio che utilizzerebbe poi per uso militare. Sembra comunque certo che la Corea del Nord abbia ripreso da tempo la sua attività di ritrattamento per sistemi balistici. Pyongyang avrebbe sviluppato due modi per produrre materiale fissile: arricchimento dell'uranio e separazione del plutonio. Secondo la CIA, la Corea del Nord potrebbe già avere dieci bombe, che potrebbero diventare 100 entro il 2020. “I test nucleari ed i continui lanci missilistici rischiano di innescare un conflitto militare su larga scala”. E’ quanto ha ribadito il vice Ministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov.

La scorsa settimana, intanto, si è concluso con un totale fallimento il primo lancio di un missile balistico a medio raggio Musudan/ BM-25 della Corea del Nord.Il sistema è stato lanciato dalla costa orientale del paese, esplodendo pochi attimi dopo. Il Musudan avrebbe palesato problemi fin nella parte preliminare della prima fase di spinta per una traiettoria anomala rilevata. Il missile potrebbe essere esploso dietro comando diretto del controllo a terra.

Precedentemente, i satelliti americani avevano rilevato due missili Musudan schierati su lanciatori mobili nella città portuale orientale di Wonsan. Del secondo missile non c’è più traccia

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