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Cleveland, quel saluto nazista che fa discutere

Durissime polemiche, sui social network, per un saluto che ha fatto Laura Ingraham, nota come commentatrice politica americana, da sempre vicina alla destra. In realtà lo stesso titpo di saluti spesso lo fa anche Hillary Clinton

Il saluto di Laura Ingraham (da Twitter)
Il saluto di Laura Ingraham (da Twitter)

Aspre polemiche, sui social network, per una foto che ritrae una nota commentatrice politica americana con il braccio teso. Una posa che ricorda un saluto nazista. La donna finita nel mirino è Laura Ingraham. Cinquantatre anni, con un curriculum di tutto rispetto (ha scritto discorsi per Reagan), negli States è conosciuta per un programma radiofonico che parla di politica. Spesso, inoltre, la si vede in tv, su Fox e Abc. Fervente repubblicana, Ingraham ha tenuto un accalorato discorso alla convention di Cleveland.

Un discorso che ai più è apparso uno dei migliori sino ad ora pronunciati. Non solo attacchi alla Clinton ("mettetela in galera"), ma anche temi caldi alla destra americana: la famiglia (ha adottato tre bimbi che la chiamano mamma), i valori patriottici, le frecciate alla stampa ("loro sanno bene perché Trump ha vinto".

Alla fine per la Ingraham c'è stata una vera e propria ovazione. Lei, molto soddisfatta, ha salutato il pubblico in delirio con il braccio alzato. Lo scatto dei fotografi, la pubblicazione sui social network network e la polemica scoppia in pochi istanti. Ovviamente con questa accusa: la Ingraham fa il saluto nazista. Con l'inevitabile accostamento (denigratorio) a Trump.

Quel precedente "clamoroso"

Qualcuno l'ha presa in giro chiamandola "Frau Laura von Ingraham" e sottolineando che "sarà il Goebbels dell’amministrazione Trump". Per ore le battutacce su questo saluto hanno quasi pareggiato le polemiche per il mancato endorsement di Ted Cruz a Trump. Poi, però, qualcuno ha iniziato a pubblicare foto che mostrano Hillary Clinton che fa lo saluto. E la domanda sorge spontanea: anche Hillary è nazista? Molto rumore per nulla.

ma anche questo contribuisce a riscaldare il clima, già infuocato, della campagna elettorale americana.

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