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Corea, 26 mila donne spiate nei bagni pubblici con telecamere nascoste

Tra il 2012 e il 2016, 26 mila donne sudcoreane hanno denunciato di essere state spiate da telecamere nascoste piazzate in camerini e bagni pubblici. Un'emergenza che ha spinto 70 mila persone a scendere in piazza per protestare

Corea, 26 mila donne spiate nei bagni pubblici con telecamere nascoste

Settantamila persone sono scese in piazza a Seoul, in Corea del Sud, per protestare contro quella che per molti cittadini del Paese è un'emergenza nazionale: la presenza di telecamere nascoste per spiare chi usa i bagni pubblici e i camerini nei negozi di abbigliamento. Tra il 2012 e il 2016 sono state addirittura 26 mila le persone, in larga parte donne, che hanno denunciato di essere state riprese di nascosto. Molti di questi filmati sono poi stati pubblicati a loro insaputa su siti internet pornografici.

"Cinquanta ispettori non sono sufficienti". A richiedere un intervento massiccio del governo sudcoreano sono state circa 70 mila persone che hanno partecipato a una manifestazione di piazza per risolvere una volta per tutte il delicato problema delle telecamere nascoste nei luoghi pubblici. Non a scopo di sicurezza, ma per soddisfare la libido di coloro che si eccitano a spiare di nascosto le persone che usano la toilette. Ma non è finita qui, visto che diversi di questi filmati vengono pubblicati in siti porno online nella categoria "Spy-cam porn", un genere che - spiega Il Post - pare essere uno dei più gettonati in Corea.

La polizia del Paese ha raccolto tra il 2012 e il 2016 almeno 26 mila denunce, quasi tutte di donne. "Mi stavo cambiando e ho trovato una telecamera nascosta nel camerino" - "Ma è mai possibile che non si possa utilizzare la toilette senza il pericolo di essere riprese?" le parole che le forze dell'ordine sudcoreane si sono sentite ripetere più spesso da parte delle vittime. 26 mila denunce sono tante, ma chissà quante altre persone hanno preferito rimanere in silenzio per vergogna o paura di ulteriori violazioni della propria privacy.

Stanchi di non vedere una reazione adeguata da parte del governo, circa 70 mila persone si sono radunate a Seoul con cartelli e megafoni per chiedere alle istituzioni di intervenire. Finora, i controlli previsti dalle autorità sono stati eseguiti una volta al mese e da 50 ispettori, chiamati a sorvegliare qualcosa come 20 mila bagni pubblici nella sola capitale. Ma da oggi tale funzione di controllo sarà allargata ai sorveglianti dei singoli bagni, circa 8 mila persone. A loro il compito di far pagare chi usa la toilette.

E di eliminare la triste piaga dei "guardoni digitali".

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