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Corea del Sud: "Il regime di Kim ha hackerato milioni di Bitcoin"

L'obiettivo dell'attacco era quello di evadere le sanzioni fiscali a cui è sottoposto il regime nordcoreano. Rubati anche i dati personali di almeno 30.000 persone

Corea del Sud: "Il regime di Kim ha hackerato milioni di Bitcoin"

C'è Pyongyang dietro gli attacchi hacker alle criptovalute, in particolare Bitcoin. A sostenerlo è l'intelligence sudcoreana che afferma anche che la Corea del Nord abbia, in questo modo, accumulato milioni in valuta virtuale. Almeno 7 milioni di dollari sarebbero stati rubati negli attacchi informatici, ma oggi quel denaro ha raggiunto il valore di 82,7 milioni.

Gli hacker si sono impadroniti anche dei dati personali di almeno 30.000 persone.

Secondo gli esperti, citati dalla Bbc, l'obiettivo dell'attacco era quello di evadere le sanzioni fiscali a cui è sottoposto il regime nordcoreano. Da tempo si sospettava infatti che Kim Jong-un avesse accumulato un tesoretto di Bitcoin da usare contro le pesanti sanzioni imposte al Paese.

Gli attacchi hacker

Diversi gli attacchi informatici. Il primo è stato compiuto lo scorso febbraio e ai danni di Bithumb, network fondato in Corea del Sud e il quinto al mondo per volume di transazioni. Dopo la violazione, gli hacker hanno chiesto un riscatto milionario alla compagnia per restituire i dati personali rubati. Un altro attacco, a settembre, ha preso di mira la piattaforma Coinis.

Un ultimo attacco invece è stato sventato lo scorso ottobre.

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