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Così addestriamo gli iracheni contro Isis

Il comandante del contingente italiano in Iraq spiega a ilGiornale.it le finalità della missione italiana a Erbil

Così addestriamo gli iracheni contro Isis

Quante sono le truppe schierate in Iraq e qual è il loro ruolo?

Il contingente italiano, dislocato in Iraq è di circa 750 uomini dispiegati con i carabinieri a Bagdad, l’ aereonautica in Quwait e l’ Esercito nel Kurdistan iracheno. Dallo scorso gennaio hanno addestrato oltre 2000 peshmerga su un totale di circa 5000 formati dai trainers della coalizione costituita da 7 nazioni europee (Italia, Germania, Gran Bretagna, Norvegia, Finlandia, Olanda e Ungheria). Gli addestratori militari italiani, coordinati e diretti dal Comando multinazionale KTCC (Kurdish Training Coordination Center) conducono cicli di attività addestrative (Infantry Battle Course) a favore delle Forze di Sicurezza Curde su richiesta dei rappresentanti Curdi del MoP (Ministry of Peshmerga). Il ciclo addestrativo dalla durata complessiva di 5 settimane comprende molteplici attività quali l’addestramento individuale al combattimento, la conoscenza delle procedure C-IED (contro ordigni esplosivi improvvisati), l’impiego del mortaio da 60mm, il primo soccorso sanitario, la pianificazione e la condotta di attività tattiche difensive e offensive in diversi ambienti operativi e in situazioni particolari come nei centri abitati.

Come sta reagendo l’esercito iracheno nei confronti dell’Isis?

I risultati conseguiti dai Peshmerga nelle ultime operazioni militari condotte contro i jihadisti del sedicente Stato Islamico (Daesh) sono la prova concreta della bontà dell’addestramento effettuato dai militari italiani insieme agli altri partner della coalizione a favore delle Forze di Sicurezza Curde come riconosciuto dai vertici delle istituzioni politiche del Kurdistan iracheno. In particolare, i Peshmerga, grazie all’addestramento ricevuto, negli ultimi due mesi hanno liberato 12 villaggi nell’area di Kirkuk e soprattutto in pochi giorni sono riusciti a liberare dalla presenza Jhadista la martoriata città di Sinjar subendo pochissime perdite.

A dodici anni dall’inizio della guerra, qual è la situazione del Paese?

Qui ad Erbil si ha una percezione di normalità. Gli esercizi commerciali sono regolarmente aperti e i curdi circolano senza alcuna restrizione. Gli apparati preposti alla sicurezza sono presenti e l’assenza di atti ostili dimostra la loro efficienza e funzionalità. Il Kurdistan iracheno ha un’identità politica interna equilibrata che si basa sulla convivenza tra i due principali partiti politici il PDK (Partito Democratico del Kurdistan) del Presidente Barzani e il PUK (Unione Patriottica del Kurdistan) diretto dal suo storico leader Talabani.

Il delicato momento storico ha consolidato la volontà dei leader politici Curdi di concentrare gli sforzi militari supportati dalla coalizione internazionale a difesa della popolazione curda contro la minaccia jihadista del vicino sedicente Stato Islamico (Daesh).

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